
(foto Ansa)
Il colloquio
Fumarola (Cisl): “La piazza per l'Europa non cancella le differenze con Cgil e Uil. L'unità non si fa con la protesta”
Il sindato bianco torna a sfilare insieme alle altre due sigle della Triplice. La neo segretaria: "Vedremo come evolveranno i rapporti. Ma l'azione unitaria è un valore quando non è basata sul rifiuto pregiudiziale al confronto". Le distinzioni su Europa, armi e sui nuovi contratti della Pa
“La manifestazione di oggi non cancella le differenze con Cgil e Uil”. Lo premette, parlando col Foglio, la segretaria della Cisl Daniela Fumarola. Dopo il passaggio di consegne con Luigi Sbarra, per lei sarà la prima piazza da nuova leader del sindacato. E per la prima volta da mesi, la Cisl si ritroverà insieme alle altre due sigle della “Triplice” con cui è sempre più spesso in disaccordo. “Eppure questa stessa piazza evidenzia una comune consapevolezza: il futuro dell’Europa è in bilico e richiede scelte responsabili. Noi crediamo che l’Unione debba rafforzarsi, superare i suoi limiti e dotarsi di strumenti adeguati per difendere la pace, la democrazia e la sicurezza dei cittadini”, spiega Fumarola. Che ha aderito alla chiamata di Repubblica ma, a differenza, di Landini e Bombardieri, il piano per il riarmo europeo l’ha condiviso. “Su RearmEU abbiamo espresso una posizione chiara: è una scelta obbligata nell’immediato, ma non la soluzione definitiva. In prospettiva serve un sistema di difesa comune europeo, integrato e non frammentato, che porti razionalizzazione e risparmio anziché un’escalation di spese militari nazionali”, dice la segretaria Fumarola. “Sappiamo che su questi temi ci sono visioni differenti, ma il punto essenziale è che non possiamo permetterci un’Europa debole, né politicamente né economicamente e neanche militarmente. Su questa base penso e spero che Piazza del Popolo saprà rappresentare e rispettare tutte le culture e le sensibilità”.
L’immagine di un’unità sindacale ritrovata stona con la realtà degli ultimi tempi, per non dire gli ultimi anni. E non dipende solo dalla questione armi e dal rapporto con l’Europa. Ma anche da ben più pratiche questioni sindacali. Nel merito ci sono molti dossier che vi dividono da Cgil e Uil. Il rinnovo dei contratti nella Pa, per esempio. O ancora la legge sulla rappresentanza, giunta in Parlamento dopo le vostre 400 mila firme raccolte. Per costruire una vera unità sindacale la strada è ancora lunga? “Il sindacato ha il dovere di agire per lavoratori, pensionati e famiglie, non per il feticcio di un’unità fine a se stessa”, risponde Fumarola. “L’azione unitaria è un valore quando è fondata su contenuti concreti e su una strategia comune per arrivare agli obiettivi. Metodo e merito. Non se è costruita sulla semplice protesta, la sola contrapposizione o peggio sul rifiuto pregiudiziale al confronto. Vedremo come evolveranno i rapporti”. Da parte sua la Cisl non chiuderà al dialogo, come sempre, ma solo se sussisteranno le condizioni. “Il terreno di un sindacalismo responsabile e riformista per noi è delimitato da tre lati. Uno: primato della contrattazione sulla legge per la regolazione delle materie lavoristiche. Due: metodo concertativo nella definizione delle riforme, senza ovviamente rinunciare al conflitto quando il dialogo salta ma dicendo nettamente no all’antagonismo. Tre: evoluzione partecipativa delle relazioni industriali, secondo il dettato costituzionale. Non vogliamo divisioni, ma scelte coerenti con il nostro modello di sindacato: autonomo, pragmatico e orientato alla partecipazione. Se ci si trova in questo terreno comune su questi aspetti, il dialogo resta aperto”, spiega allora nel dettaglio Fumarola.
Anche su un punto come il rinnovo dei contratti della Pa, è stato la stessa Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) a dire che l’accordo con il ministro Zangrillo porterà ad aumenti di oltre 500 euro al mese nella scuola. Ciononostante, Cgil e Uil hanno detto no. E’ un invito a essere meno ideologici? “Per noi la contrattazione ha un valore primario e insostituibile, ed è lo strumento attraverso il quale si ottengono risultati concreti per i lavoratori. Confidiamo nella ragionevolezza di tutti i sindacati che siedono al tavolo con l’Aran, affinché si trovi una soluzione condivisa per tutti i contratti pubblici aperti”, dice sul punto la segretaria Fumarola. “Un braccio di ferro fine a sé stesso rischia di penalizzare proprio quei lavoratori che si vorrebbero tutelare. Gli aumenti salariali riconosciuti, fino a 500 euro nella scuola, sono un risultato importante che non può essere ignorato o sacrificato per una battaglia ideologica. La responsabilità del sindacato sta nel firmare accordi che migliorano le condizioni dei lavoratori, non nel rinunciare a conquiste reali per pura opposizione”. Come a dire: va bene la piazza insieme. Ma per un vero ritorno della Triplice c’è bisogno di andare ben oltre i ritrovi simbolici e le photo opportunity.