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La situa
Trump ha fatto implodere la sinistra italiana
Il voto sul ReArm Europe ha fatto più danni nel Partito democratico che nella coalizione di centrodestra abituata a essere disunita sulla politica estera
Sul tema della difesa dell'Europa, lato politico, lato parlamentare, la settimana che si chiude ha visto maturare due problematiche di colore opposto. La prima problematica riguarda la destra, naturalmente, dove il trumpismo di Salvini, preso poco sul serio dalla sua stessa maggioranza, sta spingendo la Lega verso un estremismo trumpiano che lo stesso corpaccione della Lega vede con diffidenza. Risultato: il centrodestra è disunito, lo si vede, e lo è in particolar modo sulla politica estera, ma il centrodestra ha imparato a governare le sue divisioni, e alla fine essere poco uniti non è l'eccezione, a destra, ma è la norma, e con le norme alla fine un modo per andare avanti si trova.
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A sinistra, invece, il tema della difesa dell'Ucraina ha creato tre divisioni difficilmente sanabili con un colpo di spugna. La prima divisione è nel Pd, dove la linea di Elly Schlein, con l'Europa ma non contro il riarmo, è contestata da molti ex premier del Pd, da Paolo Gentiloni a Romano Prodi passando per Enrico Letta. La seconda divisione è nel centrosinistra, e non sfuggirà che il principale alleato del Pd, il M5s, è andato in piazza a Bruxelles per protestare contro il presidente della Commissione europea, presidente sostenuto dal Pd. La terza divisione è nel Pse. E ormai la distanza tra il Pd e il suo gruppo di riferimento in Europa è infinita: posizione diversa sui migranti, posizione diversa sul patto di stabilità, posizione diversa sulla difesa europea. Il trumpismo doveva far esplodere le contraddizioni a destra, lo sta facendo a sinistra.