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Confronto interno al Pd? Schlein si sente senza rivali e fa spallucce

In questi giorni di tensione i riformisti hanno messo in circolazione due nomi che potrebbero scalzare la segretaria: Antonio Decaro e Pina Picierno. Ma uno crede che i tempi non siano maturi, l'altra sa bene che pensare di guidare i dem è un'impresa improba, se non disperata

Raccontano che la segretaria del Partito democratico Elly Schlein non abbia deciso ancora se portare avanti o no il chiarimento interno. Non si sta parlando solo delle eventuali modalità con cui procedere ma dell’idea stessa di aprire una fase del genere nel Pd. I pasdaran come Marco Furfaro e Benedetta Bonafoni (ma dicono che anche Igor Taruffi sia molto tentato) vorrebbero un congresso per sgombrare definitivamente il campo dagli equivoci. Dicono che anche il capogruppo Francesco Boccia sia di questo avviso. Marco Sarracino e Beppe Provenzano, invece, propendono per un referendum tra gli iscritti (ma è lo strumento che convince meno la segretaria) Andrea Orlando preferirebbe un congresso tematico. Ed Elly Schlein? La leader del Partito democratico, che sabato scorso ha rifiutato un’intervista a un giornale proprio per non prendere posizione pubblicamente, alla fine potrebbe non fare niente. Soprassedere, come ha sempre fatto anche nei rapporti con gli alleati, e andare avanti dritta per la sua strada, perché tanto è sicura che alternative a lei non ci sono e che nonostante il mugugnare alla fine nessuno strapperà o se ne andrà. Basti pensare che con Stefano Bonaccini i rapporti sono tornati quelli di prima. Cioè non eccessivamente cordiali, ma nemmeno tesi come nei giorni del voto all’Europarlamento. E, del resto, Schlein è convinta (ma non è la sola) che non ci siano al momento delle alternative a lei capaci di impensierirla e di contenderle la leadership. 

Ma è proprio così? Veramente in tutto il Partito democratico non c’è nessuno che aspiri a togliere lo scettro a Elly Schlein? In questi giorni di tensione i riformisti hanno messo in circolazione la voce che invece quella persona c’è e risponde al nome di Antonio Decaro, mister preferenze. Ma l’ex sindaco di Bari si guarda bene dal farsi infilare in queste beghe. Non è che non aspiri a guidare il Pd, però capisce che i tempi non sono maturi e che una rottura adesso sarebbe esiziale per i dem. Per questo motivo, anche se si andasse al congresso anticipato, Decaro non si farebbe tirare la giacchetta dai suoi compagni di corrente e non scenderebbe in campo. 

Si è parlato anche della possibilità che a correre contro la segretaria ci sia Pina Picierno. Alcuni dei fedelissimi della segretaria del Partito democratico ne sono convinti. Si spiegano così il grande movimentismo politico dell’esponente dem. Ma anche in questo caso la realtà è diversa. Pure Picierno non ha intenzione alcuna di farsi coinvolgere in operazioni tese a defenestrare Schlein. La sua ambizione, semmai, è un’altra: quella di succedere a Roberta Metsola a metà della legislatura europea. Già, la vicepresidente del Parlamento europeo sa bene che pensare di guidare i dem è un’impresa improba se non disperata, meglio continuare a navigare nelle acque europee.