John al Parlamento

John Elkann in Parlamento: i leader di opposizione tutti presenti. Calenda: "Me sa che domani je meno solo io"

Ginevra Leganza

Il presidente di Stellantis è atteso oggi alla Camera. Un'audizione frutto di lunghe trattative e di un clima più mite dentro Fratelli d'Italia

Roma. Dopo l’ex premier Mario Draghi, dopo la premier in carica Giorgia Meloni, la due giorni  degli italiani più conosciuti al mondo prosegue. Oggi, alla Camera, è la volta di John Elkann. O come dire: John al Parlamento (per assonanza con l’insegna d’un ristorante sotto Montecitorio). “Attendiamo Elkann con fiducia e vigile attesa”, sussurrava ieri nei corridoi di Palazzo Madama la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone. Nel mentre il leader di Azione, Carlo Calenda, rivolto al presidente della commissione Industria al Senato Luca De Carlo, scherzava: “Me sa che domani je meno solo io…e che voi state boni”.  

E se dunque Calenda e Nicola Fratoianni erano gli unici leader presenti, ieri, all’audizione di Mario Draghi in Senato, di contro si attendono oggi – alle 14.30 – tutti i capi partito. Le opposizioni si ritrovano perciò nei leader a prescindere dai parlamentari membri delle commissioni. Quasi certa è la presenza del capo del M5s Giuseppe Conte, certa quella della segretaria del Pd Elly Schlein, immancabile l’endiadi Fratoianni-Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra. Fintanto che lo stato d’animo in Fratelli d’Italia fluttua tra la circospezione e una pacatezza ritrovata (promemoria: i “fratelli” delle commissioni Attività produttive alla Camera e Industria al Senato avevano già rivelato, nelle scorse settimane, con un misto di compiacimento e di riscatto, le gentili pressioni degli uomini di John Elkann). 


“Dall’ultima audizione dell’ad Carlos Tavares, c’è stato un lavoro di riconversione con la politica”,  confermano consulenti vicini al mondo  Stellantis. Che poi puntualizzano: “Alcune forze d’opposizione potrebbero innescare il vespaio, ma in generale c’è un clima diverso dall’ultima audizione”. Del resto, l’audizione di John Elkann è il frutto di una lunga trattativa non meno che un unicum nel costume istituzionale. E’ la prima volta infatti, nella storia della Fiat, che a intervenire in parlamento non sarà un “semplice” ad (non un Cesare Romiti, un Sergio Marchionne, un Mike Manley o per l’appunto un Carlos Tavares), bensì un membro della famiglia ancorché amministratore delegato ad interim. In veste di eccezione che conferma la regola. 


Il discorso di Elkann durerà venti o venticinque minuti; la manovra sarà soddisfare le attese informative di tutti i portatori d’interesse (fornitori, sindacati, dipendenti, politici nazionali e locali; chiave di lettura: “confronto a beneficio del Parlamento e del sistema paese”). E salvo imprevisti, contrattempi, defezioni dell’ultim’ora l’opposizione si ritroverà raccolta a interrogare il presidente di Stellantis. Il successore e nipote del senatore a vita della Repubblica, Gianni Agnelli – l’erede e pronipote di Giovanni, senatore del Regno – alla prova, adesso, del suo battesimo parlamentare.

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