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Il colloquio
Niente balle sulla difesa italiana. Parla Guido Crosetto
“La minaccia russa? Continuerà a esserci. Gli eserciti europei in Ucraina? Dobbiamo tenere dentro la Nato, a tutti i costi. Il pacifismo? Basta buttare benzina sul fuoco per due voti in più”. A colloquio con il ministro della Difesa
Con qualche acrobazia, come sapete, e con qualche borbottio, ieri pomeriggio la maggioranza ha fatto convergere i suoi voti, senza troppi distinguo, sulle comunicazioni presentate da Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. La parola “riarmo”, nel testo della premier, non c’è. Le parole difesa europea, invece, ovviamente sì. E seppure la direzione del governo, su questo tema, sia tutto tranne che chiara, una verità, al termine della discussione di ieri, emerge: il governo Meloni considera l’investimento dell’Unione europea nella Difesa doveroso, anche se vorrebbe chiamarlo in modo diverso, vuole prendere sul serio il nuovo equilibrio del mondo generato dalla pericolosa coppia formata da Putin e Trump e vuole fare il possibile per evitare che nell’Ucraina del futuro gli europei vengano lasciati soli al loro destino. Guido Crosetto, ministro della Difesa, da mesi, ancor prima dell’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, e ancor prima dell’annuncio della Commissione europea del piano di riarmo, sostiene la necessità da parte dell’Italia di lottare in Europa per poter spendere di più, sulla difesa, evitando di far ricadere quelle spese in più sul calcolo del deficit.
La rivoluzione promossa da von der Leyen, lessico a parte, va in quella direzione, spendere di più senza pesare sul deficit, e a colloquio con il Foglio il ministro della Difesa offre qualche elemento ulteriore per orientarci nella nuova fase e per far capire, in modo esplicito, verso che direzione ha intenzione di andare l’Italia. “Quella europea – dice Crosetto – è una finestra di opportunità vera, che ci consente di investire nella Difesa, in modo serio, anche se è evidente che per investire in questo settore con lungimiranza occorre creare tutte le condizioni affinché non si scateni, in un paese, la guerra sociale. Purtroppo, attorno a noi, vedo troppa gente, in politica, che per monetizzare due voti in più butta benzina sul fuoco, e anche per questo occorre in Europa capire in che modo costruire il percorso verso una nuova Difesa europea senza offrire il fianco ai partiti più anti europeisti”, dice il ministro con il pensiero rivolto prevalentemente al M5s.
“Il ragionamento che faccio non è retorico, ma è concreto, bisogna avere la possibilità di spiegare che la svolta europea non è bellicista, non riguarda le sole armi, ma riguarda un intero comparto, riguarda un approccio nuovo, riguarda una consapevolezza che non è solo tecnica o finanziaria ma è politica. E quando dico politica voglio dire una cosa semplice: rafforzare gli investimenti sulla difesa, come farà questo governo, anche per allinearsi il più possibile a quelle che sono le indicazioni delle Nato, è una necessità dettata dalla consapevolezza che difendersi è il prerequisito dell’esistenza di una nazione e anche di una democrazia. Considerare una maggiore difesa dell’Italia, e dell’Europa, come se questa fosse una svolta anti pacifista è una cosa semplicemente folle. Ripeto: folle”.
Crosetto, facendo un passo in avanti nel ragionamento, dice che l’Italia, e l’Europa, hanno il “dovere di prendere sul serio i nuovi equilibri che si sono venuti a creare nel mondo”. Dice che se “il nostro fratello maggiore, grande e grosso, che ci ha protetto in questi anni ci dice che potrebbe proteggerci di meno occorre non far finta di nulla e occorre organizzarsi per diventare grandi, per diventare più solidi, non autonomi, perché sarebbe impossibile”. E dice che nel nuovo mondo in cui ci troviamo, un mondo in cui Crosetto sostiene con ottimismo che l’America “ci aiuterà a camminare a volte anche da soli”, bisogna fare i conti con una dura realtà.
Conto numero uno: “Rinunciare alla protezione americana, e alla sua deterrenza nucleare, è semplicemente impossibile”, dice Crosetto. Conto numero due: “Non capire che, al di là di come finiranno le trattative sull’Ucraina, la Russia rappresenterà un inevitabile pericolo per l’Europa significa voler negare l’evidenza, e quando parlo di evidenza mi riferisco a due elementi precisi. Per chi non se ne fosse ancora accorto, la Russia, da sola, ha circa 1,3 milioni di militari attivi, con una riserva stimata tra due e tre milioni. Per chi non se ne fosse ancora accorto, la Russia, da anni, ha scelto di riconvertire la sua economia in un’economia di guerra, e per quanto il percorso a ritroso non sia impossibile è davvero difficile immaginare che possa rinunciare a questo nuovo equilibrio”. Dunque, dice Crosetto, "la Russia resterà in un assetto di guerra anche dopo l’eventuale trattativa di pace, in Ucraina, e non capire che nel nuovo mondo la minaccia russa sarà una costante significa creare le condizioni per avere una pace non duratura”. A Crosetto chiediamo cosa vuol dire, oggi, spendere nella Difesa, senza retorica. Significa, dice il ministro, dare ai paesi europei, prima di tutto, la possibilità di avere la capacità missilistica per difendersi da un attacco. Il ministro, rispetto alle trattative di pace che potrebbero aprirsi nei prossimi giorni, dice di essere scettico per il movimentismo dei così detti paesi volenterosi, Regno Unito e Francia, in prima linea per inviare in Ucraina eserciti dei paesi europei, a prescindere da quello che faranno gli Stati Uniti, non per questioni politiche ma per questioni di merito: “Voi avete mai visto fare un progetto per l’arredamento di una casa di cui non conoscete il progetto? Io no. Parlare di soluzioni militari prima di una trattativa non mi sembra azzeccato. Ci vuole pazienza, lungimiranza, paletti chiari, obiettivi concreti”.
Crosetto sa che la posizione italiana, sull’Ucraina, viene considerata da qualcuno nei migliori dei casi attendista e nei peggiori dei casi ambigua. E proprio per schivare queste accuse, il ministro della Difesa, ragionando sul progetto della casa che sarà, sul progetto “inderogabile della difesa dell’Ucraina”, rilancia un tema e un obiettivo che, dice, è anche l’obiettivo dell’Italia: la Nato. “Sono convinto che sia semplicemente impossibile, oltre che profondamente sbagliato, immaginare soluzioni alternative a un impegno della Nato in Ucraina. So che non è la soluzione che sogna, diciamo così, una delle parti, ovvero la Russia, ma so anche che l’Europa deve fare tutto il possibile per non dividere l’occidente, e so anche che l’Italia farà di tutto affinché nel futuro dell’Ucraina ci sia l’unico ombrello che può garantire la sicurezza per i confini non solo di un paese che non rappresenta solo un pezzo del nostro continente ma rappresenta anche un pezzo della difesa della nostra democrazia. Se la Nato sarà in Ucraina, quando il progetto della casa sarà pronto, saremo tutti protetti. Se non ci sarà, cosa a cui non riesco a credere, lo sarà un po’ meno. Più Difesa uguale più democrazia e più libertà. Dovrebbe essere chiaro. E per questo occorrerebbe non dare argomenti a chi per monetizzare due voti in più butta benzina sul fuoco”.



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