
Il retroscena
I sospetti di Salvini: "Asse Quirinale-Crosetto con Eutelsat contro Starlink e Musk"
Il capo della Lega teme che la scelta per la tecnologia satellitare ricada sulla società concorrente. Telefonata tra il leader e Vance: il tentativo di scavalcare Meloni nella visita alla Casa Bianca
Con l’aria di chi sa un sacco di cose verso le 12 Andrea Stroppa, il referente italiano di Elon Musk, si affaccia su X, piattaforma muskiana, e scrive sibillino: “Giornata interessante”. Seguono bandiera italiana e americana. Dopo cinque ore Matteo Salvini fa sapere di aver parlato al telefono – “quindici minuti” – con il vicepresidente degli Stati Uniti J. D. Vance. Secondo la nota diffusa dall’ufficio stampa della Lega il vicepremier “ha riconosciuto l’eccellenza americana nel campo della connessione satellitare”. Starlink. Musk. Capito perché Stroppa era così, come si dice a Roma, friccicarello? D’altronde Salvini ha capito che la sicurezza è il tema. E quindi si sta muovendo per mare, terra e spazio, appunto.
La scorsa settimana al ministero ha convocato un vertice con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, i responsabili economici del Carroccio Borghi & Bagnai e con Nino Minardo, presidente della commissione Difesa della Camera. Da quell’incontro è uscita sulle agenzie di stampa la spinta della Lega per Starlink e l’input affinché il contestato piano europeo ReArm tenga al centro l’acquisto di armi da aziende italiane. Ciò che finora non è emerso – e che il Foglio è in grado di rivelare – è la linea molto critica di Salvini su Eutelsat, azienda in competizione con Starlink e con la quale il governo ha avuto, al di là delle smentite di rito, una serie di contatti. Secondo gli elementi nelle mani del capo leghista, la società “seppur meno performante e meno avanzata tecnologicamente potrebbe sfruttare il disimpegno degli Usa e imporsi in Europa, quindi in Italia, a scapito di Starlink”. Il capo del Carroccio è stato colpito dal boom avuto in borsa da Eutelsat ed è convinto che “il Quirinale è ostile nei confronti di Musk, come dimostrato da recenti dichiarazioni del presidente Mattarella sulle oligarchie tecnologiche”. Ecco perché, finora con scarsi esiti, si è posto come mediatore fra “Elon” e “Sergio”.
Salvini punta tutto su Musk e Starlink come grimaldello per entrare, magari prima di Giorgia Meloni, alla Casa Bianca come fatto intendere dalla telefonata avuta ieri con Vance (invitato, a sua volta, all’inaugurazione delle olimpiadi invernali Milano-Cortina). Ecco perché teme e cerca di scongiurare un accordo del governo con la società concorrente, complice, secondo lui, una possibile sponda “del Quirinale e del ministro della Difesa Guido Crosetto”. In quanto, “in Italia Eutelsat è supportata da Telespazio, una società controllata per circa il 70 per cento da Leonardo e per il 30 dalla francese Thales. Il management di Leonardo potrebbe essere dunque favorevole”.
In questo dossier si fa riferimento anche alla composizione societaria dell’azienda concorrente con base a Parigi che, secondo le visure effettuate da siti specializzati, è composta da Bharti Enterprises del miliardario Sunil Bharti Mittal, con oltre il 24 per cento). Seguono la banca d’investimento statale francese Bpifrance (quasi il 14), il governo del Regno Unito (circa l’11) e la società di consulenza britannica Sb Investment Advisers (poco meno dell’11). Si trova anche una quota (circa il 7 per cento) nelle mani del fondo sovrano cinese China Investment Corporation (Cic).
La partita di Salvini è dunque a tutto campo e nel gioco d’anticipo nei confronti di Meloni sembra aver capito che Musk e quindi Starlink possono essere un ottimo viatico per la Casa Bianca, per costruire quel ponte che tanto eccita e allo stesso tempo manda in fibrillazione Palazzo Chigi. Dall’America Vance ringrazia “l’amico” leghista per la “bella telefonata”. Dall’Italia nella nota leghista, grondante di legittima soddisfazione per il colpaccio, si fa anche riferimento al “comune impegno per contrastare l’immigrazione illegale e l’importanza del made in Italy nel mondo”.
Affermazione, quest’ultima interessante, alla vigilia dell’entra in vigore dei dazi americani verso l’Europa, tema che come si sa preoccupa, e non poco, la premier Meloni. Ma ormai la guerra spaziale è scoppiata. E si spiega così per esempio il riapparire in serata di Stroppa, il lobbista di Musk in Italia, che su X scrive quasi con la feluca in testa: “Felice del colloquio tra Salvini e il vicepresidente degli Stati Uniti Vance. Si è parlato di tecnologie americane come i satelliti, tema molto caro all’amministrazione che guarda con attenzione le scelte degli alleati. Il riconoscimento di Salvini della leadership americana sui satelliti, grazie a Elon Musk, rafforza i rapporti bilaterali tra i due paesi”. Stroppa qualche settimana fa si era scagliato contro Fratelli d’Italia per il ddl Spazio (“allora evitate di chiamarci per conferenze o altro”). Un altro personaggio sempre più centrale in questa fase in cui pullulano gli “amici di Donald e di Elon”.


Da pontida a Washington
Salvini sente Vance e annuncia una missione negli Stati Uniti
