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La situa
Meloni tra Trump e l'Europa: che fare?
Non rompere l'asse tra Europa e America è saggio. Ma la domanda è: quand'è che l'attendismo si trasforma in arrendevolezza? E quand'è che la prudenza si trasforma in timidezza?
È stata una settimana di dibattiti, quella appena passata, dibattiti in Parlamento, tra le forze politiche, e tra i dibattiti più importanti vi è stato quello di Meloni, che prima al Senato e poi alla Camera ha illustrato i contenuti del Consiglio europeo. Tema: che farà Meloni? Con chi starà? Che scelte farà? Sul piano di riarmo europeo, la premier ha già fatto capire che, pur non gradendone il nome, andrà avanti, perché una politica di maggiore attenzione alla difesa in Europa è una politica coerente con il programma elettorale del centrodestra.
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Ma sul resto, invece, sull'Ucraina, su Trump, che farà? Meloni ha provato a spiegarlo, in un passaggio sfuggito a molti, proprio in Parlamento: “Chi ripete ossessivamente che l’Italia dovrebbe scegliere tra Europa e Stati Uniti lo fa strumentalmente, per ragioni di polemica domestica o perché non si è accorto che la campagna elettorale americana è finita, dando a Donald Trump - piaccia o no - il mandato di governare e di conseguenza ai partner occidentali di fare i conti con questa America. Chi per ragioni diverse alimenta una narrazione diversa, tentando di scavare un solco tra le due sponde dell’Atlantico, non fa che indebolire l’intero Occidente, a beneficio di ben altri attori”.
Non rompere l'asse tra Europa e America è saggio. Ma la domanda è: quand'è che l'attendismo si trasforma in arrendevolezza? E quand'è che la prudenza si trasforma in timidezza? E quand'è che sarà chiaro che essere cauti, sul posizionamento tra America e Europa, rischia di essere un modo per lasciare ad altri il protagonismo sul futuro? Riflettere, prima della prossima mossa.