
(foto Ansa)
di regione in regione
Ricci si candida nelle Marche. In Puglia c'è Decaro: le mire di Emiliano, l'impasse a destra
L'ex sindaco di Pesaro si candida a governatore. Mentre a Bari l'attuale presidente della regione punta a essere il consigliere regionale più votato (con risvolti nazionali). Meloni, Salvini e Tajani sui territori hanno ancora le idee poco chiare
Le incognite non mancano ma un pezzetto alla volta il puzzle delle regionali si va componendo, tra candidature che diventano ufficiali, giochi di posizione e rivalità tutte interne. Era nell’aria, ma da ieri Matteo Ricci è ufficialmente in campo nelle Marche, pronto a tornare da Bruxelles per restare in pianta stabile nella sua regione. Dovrà vedersela con Francesco Acquaroli, governatore in carica e vicino a Giorgia Meloni, che in questo risiko locale è forse l’unico punto fermo per una coalizione di centrodestra che deve ancora trovare una sintesi praticamente in tutte le regioni al voto in autunno. Il centrosinistra invece – il Pd soprattutto – dove può, accelera. In Puglia per esempio: l’ex sindaco di Bari Antonio Decaro deve solo decidere quando annunciare una candidatura che è nei fatti già da tempo, sullo slancio delle 500 mila preferenze europee, di cui circa 350 mila nella regione pugliese. Lavora già da settimane alle liste per una contesa considerata da molti senza storia. Sempre alle europee i dem qui hanno superato il 30 per cento, mentre il centrodestra fatica a trovare il proprio candidato. Negli ultimi giorni si è fatto il nome di Vincenzo Magistà, direttore della tv locale TeleNorba, volto noto da queste parti ma che non convince tutti nella maggioranza. I confronti tra gli sherpa sul territorio continuano, anche in vista delle amministrative che si terranno tra maggio e giugno, ma sarà il tavolo nazionale ad avere l’ultima parola sulle candidature. “Magistà è un’ipotesi, non una decisione. Ma la questione deve essere valutata bene prima a livello locale e poi l’ultima parola spetta ai leader dei partiti”, conferma Maurizio Gasparri, capogruppo in Senato di Forza Italia, che segue da vicino il dossier regionali. La sensazione, comunque, è che il centrodestra consideri la Puglia inespugnabile (o quasi). Così a Decaro non resta che guardarsi dalla concorrenza interna, da quel Michele Emiliano che ha intenzione di giocare un ruolo da protagonista nella contesa regionale per poi passare all’incasso alle prossime politiche. Punta a diventare il presidente del Consiglio regionale, anzi avrebbe confidato anche ad altri esponenti dem l’ambizione di fare il record di preferenze, vorrebbe superare quelle prese in regione da Decaro, un tempo il suo delfino, alle ultime europee. Un’impresa non da poco, ma che Emiliano ritiene possibile. Dovrebbe candidarsi con il Pd, ma nella discussione rientra anche la lista “Con”, che al governatore uscente fa riferimento (non solo in regione) e che ben rappresenta quel civismo trasversale, e molto inclusivo, di cui Emiliano è gran regista in Puglia. Anche di questo il presidente uscente avrebbe parlato con il Nazareno, con la prospettiva di passare all’incasso quando si tornerà a votare per il Parlamento, con un ruolo di primo piano nel Pd a Roma.
Altra regione al voto è poi la Toscana. A sinistra la suggestione Dario Nardella era, appunto, una suggestione. Tutte le strade portano alla ricandidatura di Eugenio Giani, il presidente dem in carica che si è detto pronto anche alle primarie. Mentre il centrodestra potrebbe schierare Alessandro Tomasi, attuale sindaco di Pistoia, opzione preferita per FdI ma su cui nelle scorse settimane gli alleati di FI e Lega (che aveva indicato Elena Meini, capogruppo del Carroccio in Regione) hanno un po’ frenato. Una quadra andrà presto trovata anche perché battere Giani, che i sondaggi indicano come super favorito, non è affatto semplice.
Le incognite infine riguardano Campania e Veneto. Molto, o tutto, ruota intorno alla questione del terzo mandato. Vincenzo De Luca e Luca Zaia non possono ricandidarsi, e si attende inoltre la decisione della Consulta sulla legge regionale campana che permetterebbe il tris ai governatori. Difficile in ogni caso che il Veneto, al di là di Zaia, possa essere contendibile per il centrosinistra: si tratta piuttosto di una partita interna agli equilibri della maggioranza. In Campania qualche spazio per il ribaltone potrebbe aprirsi, la maggioranza vuole provare a strappare la regione al Pd. Ieri la Lega ha organizzato un evento a Napoli in vista del congresso del partito. Con Salvini c’era anche il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, campano, che tuttavia più volte ha respinto le avances del centrodestra. L’alternativa allora può essere il viceministro agli Esteri, Edmondo Cirielli, campano pure lui. Ma è uno scenario tutto in divenire, pronto a cambiare in base alle prossime mosse di De Luca e di riflesso a quelle del Pd, che intanto potrebbe cercare di chiudere l’accordo con il M5s prima ancora che la Consulta si esprima. Con Roberto Fico in pole position.
