
Il racconto
Lollobrigida celebra l'egemonia agroalimentare della destra. Fitto: "Salvini? Parole senza atti concreti"
Il ministro inaugura il villaggio dell'agricoltura alla presenza del presidente Mattarella. Tutti invitati eccetto il capo della Lega. Il vicepresidente della Commissione smorza le polemiche e si appella alla Ue per i dazi
Lollo è tornato. E questa è la sua Atreju dell’Agricoltura. Un villaggio di quaranta stand da leccarsi i baffi in piazza della Repubblica, in mezzo al chiasso di Roma e senza che il sindaco Roberto Gualtieri – presente – si proponga di pagare tutto, come per altre democratiche iniziative. Alle 12 c’è anche il capo dello stato che interviene contro i dazi “inaccettabili”, sferzando anche l’Ue. Sergio Mattarella non cita il Manifesto di Ventotene, ma “i movimenti di pensiero” che contribuirono all’Europa sì. Morale della giornata: la destra sognava l’egemonia culturale, ha ottenuto quella agroalimentare.
Dopo il G7 e l’Expo a Siracusa, il ministro Francesco Lollobrigida ha organizzato tutto questo ambaradan in occasione dei Trattati di Roma. Si chiama “Agricoltura è”. Durerà fino a mercoledì. Tutti passeranno da qui. Compresa la premier Giorgia Meloni, i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Ci sarà anche Antonio Tajani per Forza Italia, più una sfilza di ministri di Fratelli d’Italia e il commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen. Oggi per esempio è salito sul palco anche il vicepresidente della Commissione Raffaele Fitto (ma ci torneremo).
Insomma tutti alla corte di Lollo, con ciuffo color trumpiano e cotonata saggezza mattarelliana quando si rifà al “buon senso” invocato dal capo dello stato su dazi e controdazi. Sono dunque questi i giochi lollici, per non dire pitici, del capodelegazione di Fratelli d’Italia, fresco di nuovo staff (ha trovato il capo ufficio stampa, Edoardo Garibaldi) e intenzionato a dimostrare che non è dimezzato. Il partito per rispetto ha rinviato tutte le iniziative – come l’incontro con il ministro Carlo Nordio – alla prossima settimana. Nel programma non compare Matteo Salvini (non invitato) e vedremo se tra le casette – il giallo Coldiretti è dominante – spunterà Arianna Meloni, sorella d’Italia, ex compagna del ministro “in ottimi rapporti” nonché capo della segreteria di Fratelli d’Italia. Questa mattina davanti a Mattarella c’era Giovanni Donzelli, capo dell’organizzazione di via della Scrofa e, sparsi, un numero indefinito di parlamentari meloniani in questa Atreju, appunto, di primavera, tra gelati, risotti, pizze e prelibatezze, nocciole, mandorle e pistacchi. Made in Italy, made in Lollo. Immancabile anche un piccolo stand con il miele prodotto sul tetto del ministero, a due passi da qui, già passato alla storia – come raccontato da questo giornale – perché lo scorso settembre vespe e calabroni sterminarono 50 mila laboriose api.
La bella iniziativa organizzata dal ministro copre il rumore di fondo – e vengono in mente le zanzare – prodotto dai distinguo e dalle punturine quotidiane di Salvini. Fitto con calma democristiana e spirito brussellese commenta con il Foglio: “Fino a quando non ci sono atti concreti non c’è da preoccuparsi: fa parte della dialettica fisiologica all’interno della maggioranza”. Il vice di Ursula von der Leyen dirà con un sorriso disarmante che “non gli mancano queste beghe romane”. Fitto si sottrae al gioco di chi dovrebbe parlare con l’Amministrazione Usa e si limita a dire che “in queste ore, il commissario Sefcovic è in viaggio per gli Stati Uniti. Attendiamo fiduciosi il dialogo e le interlocuzioni”. Che pace, che tranquillità fra questi gelatini alla nocciola, un un morso di bruschetta all’olio gentilmente offerta dalle scuole di Caivano e soppressata calabrese. La prima giornata di incontri – conclusa dal ministro per gli Affari europei Tommaso Foti – sarà punteggiata anche dalla contestazione di una decina di attivisti del popolo dei “Trattori”. Sono capitanati da Salvatore Fais che interromperà il padrone di casa, Lollobrigida durante il dibattito con Fitto. Tra i contestatori anche l’ex parlamentare M5s Silvia Benedetti. Lollo se lo aspettava, tanto che fa vedere anche uno scambio di chat con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi con il messaggio dei trattoristi pronti alla ribalta (“Ragazzi una cosa seria, parlando con il presidio di Torrimpietra c’è l’idea di andare tutti con auto o treno all’evento che organizza il ministero dell’Agricoltura presso piazza della Repubblica a Roma dal 24 al 26... Per provare ad avere visibilità e dialogo stanno organizzando di andare tutti lunedì”).
Il siparietto lo fa imbufalire tanto che i suoi parlamentari, come il presidente della commissione Agricoltura del Senato Luca De Carlo gli consigliano di lasciarli perdere, di evitare il faccia a faccia a favore di telecamere. Il debutto resta più che positivo. Il presidente Mattarella di mattina dice che per l’agricoltura “il bilancio per l’Italia è altamente positivo”. E che “siamo il primo paese dell’Unione per prodotti tutelati”. Resta la lezione del presidente: sull’Europa che deve decidere con calma, ma anche determinazione, per contrastare una scelta così immotivata come i dazi. Il tutto “senza alimentare un accesso di preoccupazione”. Il richiamo al contestato Manifesto di Ventotene – se non un incisivo accenno ai movimenti che fondarono l’Europa – non arriva. Il resto, come le bizze della Lega, resta fuori. Anzi, si perde tra i fumi degli arrosticini dello stand abruzzese. Da provare.
