
(Ansa)
voci al nazareno
Elly Schlein tifa Matteo Salvini
“Farà cadere Meloni”, pensa la segretaria che confonde il capo della Lega per un politico. Ma lui non vuole far crollare il governo, vuole solo ricordare che esiste. Solo ella, cioè Elly, non lo capisce
“L’avete sentito che dicono nella Lega? Tenetevi pronti”. Ecco la parola d’ordine. Tenetevi pronti. Un amico del Pd ci avverte che l’intensità delle telefonate e dei conciliaboli intorno a Elly Schlein si è fatta, se possibile, addirittura frenetica. A quanto pare ella, cioè Elly, dal suo trespolo al Nazareno si è convinta che il governo si stia avvitando come un trapano scassato: “Non arrivano alla fine della legislatura”. Bum. E su chi punta lei? Su Matteo Salvini, ovvio. E chi non lo farebbe. Salvini è una sicurezza. Non per niente lo chiamano “Capitano”, affonda sempre la nave. Sicché la segretaria del Pd l’ha detto pure a Stefano Bonaccini, che in teoria sarebbe il capo di quelli contro Schlein ma che in realtà, da circa due anni, cioè da quando ha perso il congresso, è considerato dai suoi uno che cela nel profondo un’anima di Bonaccione. “Poi tu vieni con me al governo”. Ecco. Al Nazareno l’ottimismo è talmente tangibile che si potrebbe imbottigliare e vendere. Profumo di speranza. Se non fosse che, come dice un ministro assai spiritoso e spigliato: “Salvini parla, sbraita, twitta, ma non conclude nemmeno un cruciverba”. E’ infatti più probabile che Giorgia Meloni passi con Trump e Putin, insomma è più probabile che passi nel campo in cui si ritrova quasi tutta la sinistra italiana assieme alla Lega, piuttosto che vedere Salvini che fa cascare il governo sulla politica estera o su qualsiasi altro argomento. Lo sanno e lo capiscono tutti. Tranne ella, cioè Elly, insomma Schlein.
Il ministro, che è uno che ha esperienza politica anche in Europa, ci dice che se Schlein avesse un minimo di strategia e di visione del mondo, “ma per fortuna non ce l’ha”, dovrebbe tendere la mano a Meloni, come ha scritto ieri Angelo Panebianco sul Corriere della Sera. Anche solo strumentalmente. E offrirsi come sostegno democratico e occidentale alla linea pro Europa e pro Ucraina che Meloni non riesce più a interpretare con convinzione. Un po’ come ha fatto la Spd in Germania con Friedrich Merz, il leader della Cdu e prossimo cancelliere. “Così sì che ci metterebbe in difficoltà”. Ma non è quello che pensa lei. Schlein, al contrario – e praticamente lo ha detto a tutti nel Pd – pensa che Salvini e soci siano il biglietto per la disfatta del centrodestra.
Perché sono pro Putin, perché criticano il ministro degli Esteri Antonio Tajani (lo ha fatto Claudio Durigon), perché invocano la smilitarizzazione e denunciano Ursula von der Leyen quasi come fosse una nazista (lo ha detto Edoardo Rixi in un’intervista al Foglio la settimana scorsa). La segretaria del Pd dev’essere all’incirca l’unica persona al mondo che crede a Salvini e ai suoi amici. Ella, insomma Elly, deve avere un abbonamento a qualche corso di fantasia avanzata, perché riesce a vedere nel più sbrigliato e allegro zuzzurellone dell’avanspettacolo politico italiano, in quello che il braccio destro di Meloni Giovanbattista Fazzolari ha ironicamente definito “bimbominkia”, insomma riesce a vedere in Salvini un Kasparov della politica, uno stratega e un pericoloso ribelle pronto a far implodere il governo con una telefonata a J.D. Vance o un insulto a Tajani. E infatti: “La coalizione è finita!”, ha detto Schlein domenica scorsa. Già si immagina a Palazzo Chigi con la campanella in mano. E non le passa nemmeno per l’anticamera del cervello di tendere una mano a Meloni, anche solo per sottolineare le incertezze del presidente del Consiglio. Altro che sforzo atlantico.
L’unico sforzo è tifare Salvini. Contare su Salvini. Puntare su Salvini. Il quale però è un fenomeno sul quale dovrebbe puntare soprattutto gli antropologi, se non fosse che gli antropologi hanno di meglio da fare. Lui è quello che fa il putiniano, ma ha votato per circa 11 volte l’invio delle armi all’Ucraina. E’ quello che urla contro ReArm Europe, ma in Senato approva la risoluzione che lascia libera Meloni di negoziare come vuole sul piano europeo di difesa. Salvini non vuole mica far cadere il governo. Vuole solo ricordare che esiste, come quel parente che si presenta al pranzo di Natale per chiedere il bis. Solo, ella, insomma Elly, non lo vede. “Tenetevi pronti”. Come no.
