
Foto ANSA
Passeggiate romane
Elly vede crepe nel governo: “all in” su Amministrative e referendum
Dalla Puglia alla Campania, passando per Veneto, fino al Jobs Act. La segretaria del Pd sogna la corsa per Palazzo Chigi e punta su tutti i voti che verranno, in vista di una possibile rottura dell'alleanza di centrodestra
Raccontano che Elly Schlein non abbia troppo gradito la trasferta improvvisata per Ventotene. Dicono che la segretaria avesse in animo di organizzare una manifestazione alla grande, ma che il Pd del Lazio l’abbia bruciata, riuscendo però a mettere in piedi un’iniziativa un po’ raccogliticcia di cui si è parlato solo perché i leader del centrosinistra erano assenti è soprattutto perché il Movimento 5 stelle si è tirato indietro. E sono questi ultimi due aspetti che non sono riusciti affatto graditi alla segretaria del Pd. Tanto più che…
Tanto più che Schlein si è convinta, e con lei una parte della dirigenza dem, che questo governo non riuscirà ad arrivare alla fine naturale della legislatura. Al Nazareno si è sparso un insolito ottimismo. C’è la sensazione che l’alleanza tra Matteo Salvini, da una parte, e Giorgia Meloni e Antonio Tajani, dall’altra, non reggerà per molto. Perciò la segretaria del Pd vuole assicurarsi che il partito non sbagli le sue mosse in questo lasso di tempo.
La leader dem intanto punta tutto sulle elezioni (amministrative) e regionali che verranno. Sa che a Genova la candidata del centrosinistra ha grandi chance di vincere. E poi si vota in Puglia, dove la vittoria, anche grazie ad Antonio Decaro viene data per scontata. Altre due regioni sono considerate vinte in casa pd. La Toscana, dove il governatore Giani viene dato per vincente in tutti i sondaggi, nonostante le iniziali perplessità del suo partito sull’opportunità di ricandidarlo. E la Campania, dove le tensioni tra la segretaria e l’attuale presidente della regione, Enzo De Luca, secondo i dem non precluderanno le possibilità di vittoria. Sono tutti convinti, infatti, che alla fine De Luca, che certo non è un ingenuo o un sempliciotto, addiverrà a un compromesso con il suo partito. Ma c’è un’altra regione su cui il Pd fa affidamento: l’obiettivo è quello di strappare le Marche al centrodestra, visto che l’attuale governatore appare alquanto in difficoltà. I dem lì puntano a far scendere in campo l’ex sindaco di Pesaro, ora eurodeputato, Matteo Ricci. Infine, c’è il Veneto, dove la sfida è più difficile, ma già portare a casa quattro regioni su cinque sarebbe un successo nonché un buon viatico per le elezioni politiche.
Non bisogna trascurare inoltre che ci sarà anche in referendum. Schlein intende impegnarsi al massimo in quella campagna e sa che la Cgil di Maurizio Landini farà altrettanto. I quesiti referendari vengono considerati un altro importante trampolino di lancio in vista del voto politico. Anche per questa ragione, Schlein ha voluto vincolare l’ultima Direzione a un voto sul Jobs Act. Vuole che il partito faccia campagna a tappeto e che le voci di quanti (non sono pochi) sono contrari a quel referendum non prendano il sopravvento. Proprio pensando a questo obiettivo, la segretaria dem ha intenzione di procedere a un chiarimento interno. Non vuole che il Pd arrivi diviso all’appuntamento. C’è da considerare anche che le eventuali vittorie regionali rafforzeranno anche la posizione di Schlein. La segretaria continua a vedere i movimenti di quanti sono convinti che lei non sia la candidata adatta per la premiership. Ma se il Pd andasse bene alle regionali e se i referendum riuscissero a raggiungere il quorum, per quanti non vorrebbero che Schlein partecipasse alla corsa per Palazzo Chigi sarebbe assai difficile ostacolarla.