
Maurizio Gasparri (Ansa)
il colloquio
Gasparri: “Salvini ci attacca? Cerca voti e ha il congresso. Forse il Ponte sullo Stretto non tira al nord”
"Esiste un limite alla possibilità di stare insieme. La politica estera la decide la premier insieme a Tajani", dice il capogruppo forzista, dopo gli attacchi della Lega. Un chiarimento tra alleati? "I vertici di maggioranza dovrebbero essere la regola, ne andrebbe fatto uno a settimana".
Senatore, ma che succede con Lega? “Adesso hanno il congresso. Dopo l’immigrazione, forse Matteo Salvini ha insistito troppo su certi altri temi, come il Ponte sullo Stretto. Che è importante per il paese, permetterà anche di ottenere consensi a Catanzaro o a Benevento, ma non è proprio sentito nelle regioni del nord, che rappresentano il core business del Carroccio”. Maurizio Gasparri, capogruppo forzista in Senato, spiega così le tensioni degli ultimi giorni in maggioranza. Ancora una volta gli alleati leghisti sono andati all’attacco del ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Evidentemente pensano che questa linea della pace porterà voti. Quindi usano toni più enfatici, fa parte di una certa dialettica. Poi Salvini è comunque un leader di partito, fa il vicepremier, ha le sue opinioni e legittimamente le espone. Chiama il vicepresidente americano J.D. Vance o chi vuole. Dopodiché – è il messaggio di Gasparri – la politica estera la decidono la premier Meloni insieme al ministro degli Esteri”.
Certamente, ma al di là delle opinioni, i toni usati della Lega – “Tajani si faccia aiutare”, ha detto Durigon a Rep – somigliano a veri e propri attacchi. “Tajani ha fatto 30 anni in Europa, il commissario e il presidente del Parlamento Ue, poi vicepresidente del Ppe. E’ una delle cinque persone che chiamerebbe chiunque vuole sapere cosa accade sul piano internazionale”, ricorda il senatore rivendicando la diversità del suo partito. “Noi abbiamo un altro modo di fare. E’ anche la nostra solidità, la forza di una classe dirigente che ci ha permesso di gestire e superare la perdita di un leader come Berlusconi. Io, con Durigon, ci parlo tutti i giorni di elezioni locali, continui a occuparsi di queste cose insieme a me, è chiaro che gli hanno detto di fare quell’uscita. Caso mai perché è passato un deputato di Bari dalla Lega a Forza Italia”. Gasparri si riferisce a Davide Bellomo, che venerdì scorso ha salutato Salvini. “E’ anche il segnale che siamo un partito in salute”, sorride il capogruppo, prima di aggiungere: “In passato abbiamo subito autentici saccheggi, anche il ratto della Sabine quando ci hanno portato via la Ravetto, ma siamo sopravvissuti. Corsi e ricorsi. Consiglierei a tutti sobrietà”.
Nel frattempo però si continua evocare un chiarimento tra alleati, quanto meno sulla politica estera. E’ quello che serve? “Secondo me i vertici di maggioranza dovrebbero essere la regola, ne andrebbe fatto uno a settimana. Il dialogo non deve essere un’eccezione da solennizzare in un vertice, dovrebbe essere pratica quotidiana”, dice Gasparri. Sarà anche per questo che i rapporti tra Salvini e Tajani sembrano essere ai minimi storici. E pure la premier Meloni non è esattamente entusiasta delle continue sparate del leghista. “E’ ovvio che esista un limite alla possibilità di stare insieme, ma non mi pare che sia stato superato. E’ dal ‘94 che vivo queste dinamiche. Ognuno ha delle priorità, è normale tra partiti diversi. Più che alla polemica del giorno, guarderei all’alleanza nel corso del tempo”.
Oggi però le sfide che interrogano il governo sono diverse da quelle del passato, la dimensione internazionale è centrale e non ammette più troppi equilibrismi. “Bisogna anche considerare la fase che stiamo attraversando, in cui non tutto è chiaro. Passiamo dalla guerra ai tentativi di pace, in un attimo. Gli Stati Uniti vogliono la Groenlandia. Insomma è l’ora di ricreazione della politica estera. L’abbiamo visto anche con la sceneggiata di Trump e Zelensky, in diretta tv alla Casa Bianca, che poi sono tornati a parlarsi. Figuriamoci se un leader di partito non può dire la sua sulla guerra o sull’America”.
Senza dimenticare i dazi, anche su questo ci sono divergenze. Salvini dice di essere più preoccupato dall’Ue che da Trump, Forza Italia invece? “Gli Stati Uniti, come tutti i paesi, vogliono esportare di più e importare meno. Ma credo che Trump si accorgerà presto che questo disordine sta deprimendo le borse, fa danni anche ai risparmiatori. Come ha spiegato Tajani, occorre equilibrio nel commercio internazionale. Nel medio periodo – conclude Gasparri con una previsione – la questione si aggiusterà da sola”.
