Il colloquio

Iezzi (Lega): "La politica estera non è una prerogativa di Tajani e di Forza Italia"

Ginevra Leganza

"Se Salvini chiama per telefono Vance, fa bene. Non scavalca Tajani, semmai lo aiuta", dice Igor Iezzi, vice-capogruppo della Lega alla Camera. "Ci invidiano perché siamo andati oltre la politica nazionale"

“Antonio Tajani dovrebbe essere contento del fatto che Matteo Salvini intrattenga rapporti al di là dell’Oceano”. Dovrebbe, onorevole Iezzi. Ma forse si sente, per così dire, scavalcato. Dopotutto, è lui il titolare della Farnesina. O no? “Salvini telefona a JD Vance, che è il vice presidente degli Stati Uniti, in linea teorica il suo omologo. Ecco. Fa bene a fare queste telefonate. E sa perché?”. Perché? “Perché così facendo il segretario della Lega aiuterà tutti”. Tutti chi? “Antonio Tajani, Giorgia Meloni, l’opposizione e tutti gli italiani”.

Così parla al Foglio Igor Iezzi, vice-capogruppo vicario della Lega alla Camera. Deputato ardimentoso, altresì noto per una rissa col pentastellato Lorenzo Donno lo scorso giugno, che alle nostre  domande risponde con franchezza. “Populisti quaquaraquà? La definizione di Tajani potrebbe estendersi ai Cinque Stelle, al Pd… Ciò detto, certo, non escludo fosse riferita alla Lega. E benché vorrei evitare le polemiche, anche perché sono certo che a differenza dell’opposizione troveremo una sintesi, come sempre, dico solo una cosa”. Prego. “Salvini non è semplicemente il segretario del mio partito. E’ un errore relegarlo in quell’unico ruolo. Salvini è un ministro delle Repubblica. E, soprattutto, Salvini è il vice presidente del Consiglio”. Quindi? “Quindi non ha parlato ‘al posto di Tajani’. Non ha scavalcato nessuno. E poiché ci sono in ballo dossier importanti, trattative ancora aperte, come per esempio i dazi, il fatto che tra le due sponde dell’Oceano ci si parli, è un bene. Se poi il problema è chi lo fa…vabbè”. Se il problema è chi lo fa…? “Beh, se è così, non siamo messi bene”.

Vuole dire che entriamo nel campo della psico-politica? Che sono tutti invidiosi di chi alza la cornetta e da del tu a Musk, Vance, Trump? “Posto che una telefonata è meglio di un invito a quel paese, il concetto è semplice. Molti sono rimasti alla povera Lega. Reietta e isolata nel mondo. Sono rimasti a una Lega provinciale e insignificante. Per dirla terra-terra: sono rimasti a quando nessuno ci cagava”. E invece adesso? “Adesso io mi ritrovo in una Lega che si confronta con grandi personaggi della politica internazionale. Fatto che di per sé è una bella promozione. Come pure una bella preoccupazione. Per gli altri”.

Cosa preoccupa gli altri partiti? “Li preoccupa il fatto che da forza nazionale ora abbiamo una proiezione internazionale. La Lega, in Europa, è alleata con diverse forze di governo o con chi, pur all’opposizione, è reduce da risultati elettorali promettenti, da Marine Le Pen a Viktor Orbán. Senza  dimenticato l’AfD in Germania, che non è nel nostro gruppo ma del cui risultato io mi rallegro al livello personale. Il punto è questo: non siamo mai stati soli e non siamo più ininfluenti. Semmai siamo attivi. Troppo attivi”.

Talmente attivi che, oltre alle fisiologiche stoccate dell’opposizione, anche gli alleati  di governo paiono concitati. “Le ripeto: la politica estera, in Italia, la rappresenta la premier, il ministro degli Esteri. E nondimeno la maggioranza. Che comprende il nostro partito e le nostre idee. Peraltro non irrilevanti”. A quali idee si riferisce, Iezzi? “Quando si dice che Giorgia Meloni ha votato sì al piano di riarmo europeo, occorre precisare che quel sì aveva tante subordinate, e che quelle subordinate la abbiamo chieste noi”. Voi che siete il contrappeso? “E’ un fatto positivo che non ci sarà la difesa comune intesa come esercito unico europeo. E’ positivo che a produrre armi non saranno solo le fabbriche tedesche, e che i soldi degli italiani non rimpolpino solo Berlino, con l’esercito comandato da Macron. Ecco. Se ci saranno invece eserciti nazionali, con imprese nazionali, crescita economica nazionale e coordinamento europeo, sarà anche merito nostro”. O come dire, Tajani ringrazi.