
Il racconto
Rai in Fiamme. Direttori, sindacati, corrispondenti, tutti contro i poteri di Maggioni. Urge "chiarimento"
La Rai si interroga sul piano di Monica Maggioni, superdirettrice dell'offerta informativa che, lamentano i sindacati, "commissaria" le testate. Sedi esteri, fabbisogni, Ecco il piano. E le proteste
Roma. I francesi hanno la rivoluzione, noi italiani, il “chiarimento”, l’aerosol delle passioni. Anche in Rai serve ora un “chiarimento”, anzi, “urge”. Sta per tornare il meglio e il peggio della tv pubblica: comandi tu o comando io? Chiariamolo. I direttori dei Tg Rai si sentono ridimensionati dalla superdirettrice dell’offerta informativa, Monica Maggioni, la donna dai superpoteri Rai, Wonder Monny, definita di “sinistra”. Chi l’ha scelta? L’ha voluta, e nominata, l’ad Rai, Giampaolo Rossi, che è l’ad di Meloni, e dunque di destra. Eccì. Qualcosa non torna. Si parla di “commissariamento” da parte di Maggioni e sono ricomparsi i documenti interni Rai, i ciclostile dei malcontenti. I sindacati Usigrai e Unirai, insieme (la Rai fa miracoli) lamentano competenze, inedite, della direttrice, mentre i corrispondenti Rai stanno per tornare dall’estero per fare uno bello scioperetto, in business class. La protesta nasce da loro, dal piano di Wonder Monny, un super piano che le affida “poteroni” (Bruno Vespa dal dolore beve vino Gaja). Il piano si chiama “Missione responsabilità di dettaglio della direzione editoriale per l’offerta informativa” e prevede anche la nascita di due nuove vicedirezioni. E’ un documento di quattro pagine, agile, perentorio, che assegna a Wonder Monny lo ius primae Rai su sedi estere, missioni, monitoraggio, fabbisogni dei Tg. In pratica sarà Maggioni a decidere (gli acquisti) se i giornalisti Rai debbano leggere il Manifesto o Avvenire. Quando in Rai hanno iniziato a scorrere il piano, sulla loro piattaforma Raiplace, stavano per chiedere dieci giorni di ferie, quelli di destra stavano per ingerire l’olio di frittura (quello di ricino costa tanto, per via dei dazi) e si sono detti: “Stefano Coletta, detto Catullo, fa il coordinatore dei generi Rai, nominato da Rossi, ed è uno di sinistra. Maggioni, che non ci sembra abbia uno zio a Salò, ma poi ma dire mai, decide come dobbiamo fare i Tg, e chi inviare, e ha pure la trasmissione, News Room, che con gli ascolti va maluccio ma guai a dirlo a Rossi, l’ad barba e pipa. A questo punto, manca solo che Marco Damilano faccia il direttore del canale tematico Rai Prodi e la Rai di destra somiglierà a Rai Pd”. Attenti, la questione è seria per come può essere in Rai, la televisione del “ti dò la notizia”, che poi finisce sempre con “collega cornuto”. Il piano stabilisce che Maggioni “supporta il vertice aziendale e le direzioni interessate nelle valutazioni di opportunità editoriale in materia di rispetto della par condicio e del pluralismo”. Ahi. Wonder Monny conta quanto l’Agcom.
Ma torniamo ai “poteroni” di Maggioni. E’ prerogativa sempre di Wonder Monny “coordinare l’offerta informativa dei corrispondenti esteri”, insomma decidere quanti inviati di testata distaccare per seguire un evento. E’ ancora compito di Maggioni, e dei suoi due vice, che vengono previsti dal piano, “presidiare gli iter di autorizzazione relative alle prestazioni esterne del personale giornalistico Rai e alla presenza di giornalisti esterni nell’offerta editoriale e informativa Rai”. Significa che è prerogativa di Maggioni gestire sia le “uscite” dei giornalisti Rai invitati, sia “le entrate” gli eventuali ospiti. Peccato che Monny e il suo amico, l’ad Rai Rossi - Von Bülow (ormai si veste con il panciotto, l’orologio da tasca) non abbiano fatti i conti con la Rai inFiamma, di destra e di sinistra, unita, all’arm! Il piano è legittimo, per carità, ma i sindacati, i direttori, pure il nuovo direttore del Tg3, Pierluca Terzulli (otto decimi di vista Orfeo e due decimi Terzulli) si domandano: ma se un direttore desidera inviare un giornalista piuttosto che un altro, dovrà ingaggiare una trattativa con Maggioni? Il direttore del Tg3 si deve coordinare con il Tgr, Maggioni interviene anche lì? Un ulteriore interrogativo riguarda la natura di questa direzione. Cosa è nata? E’ una nuova testata giornalistica o solo un terrazzo sopra le direzioni, i Tg Rai? Non è chiaro. Se la direzione dell’offerta informativa decide di inviare un giornalista, la responsabilità è del direttore del Tg o della direzione dell’offerta informativa? Sono domande. La direzione di Maggioni dovrebbe anche stabilire quali edizioni speciali organizzare, decisione che in passato è sempre stata concordata dai direttori con la mediazione del direttore distribuzione (in precedenza era Coletta-Catullo; non molla un centimetro). Nel piano si parla anche di “costante monitoraggio della qualità dell’informazione” e un altro quesito che interroga le redazioni è: il direttore del Tg deve essere esaminato dal direttore dell’offerta informativa? Unirai, il sindacato diretto dall’unico futurista, autentico, in Rai, Francesco Palese, si domanda se Wonder Monny può modificare la decisione di un direttore di testata. Chiarimenti. E quando c’è da chiedere “chiarimenti”, non serve dirlo, si è tutti insieme. Nelle prossime puntate Usigrai chiederà “chiarimenti”, i direttori, altri chiarimenti, i corrispondenti necessitano di chiarimenti (tranne Claudio Pagliara, l’ex corrispondente Rai a New York che Tajani ha nominato direttore dell’Istituto di Cultura di New York; neppure il bisogno di fare i pacchi). Potrebbero arrivare le linee guida, proprio come le leggi, in parlamento. E forse sarà mezzo chiarimento. Il “chiarimento” è la via di mezzo tra qui “si rompe tutto” e “ma, no. Era per segnare il punto”. Tutto chiaro?
