Bagarre
Attivisti ProPal interrompono il consiglio comunale di Ferrara. La comunità ebraica: "No alla violenza"
Striscioni, bandiere palestinesi e cori che incitano alla vergogna. Tensioni in comune tra manifestanti e il sindaco leghista Fabbri. “Nessuno può esprimere le proprie idee con violenza” dice al Foglio Fortunato Arbib, presidente della comunità ebraica della città
“Uno spiacevole avvenimento. Ognuno può esprimere le proprie idee, ma non in questo modo violento, urlando e interrompendo un servizio pubblico”. Lo dice al Foglio Fortunato Arbib, presidente della comunità ebraica di Ferrara, sull'irruzione di una trentina di rappresentanti del movimento “Ferrara per la Palestina" nel consiglio comunale cittadino, durante il dibattito sulle mozioni all'ordine del giorno relative alla situazione in medio oriente "Israele-Palestina: due popoli, due stati".
Gli attivisti hanno esposto manifesti e bandiere della Palestina al grido di “vergogna” e “restate complici del genocidio”. Immediata la reazione del sindaco leghista Alan Fabbri: “Vergognatevi voi, rispettate il consiglio comunale, che è un congresso democratico” ha detto avvicinandosi agli spalti. A pochi centimetri dal lui, uno dei leader del gruppo continuava a inveire, costringendo polizia locale e Digos a intervenire per allontanare i manifestanti più esagitati. “Questa è la democrazia di chi vuole insegnare agli altri i valori della democrazia e della pace. Scusatemi ma anch'io ogni tanto perdo le staffe” ha scritto Fabbri su Facebook.
Nonostante il rumore, il clima a Ferrara si mantiene disteso. “Ci sono stati altri momenti organizzati da questa associazione pro–Palestina, ma non ci sono state manifestazioni violente nei confronti della Comunità ebraica” spiega Arbib. Nel febbraio 2024, ventiquattro persone tra i venti e i trent’anni sono state indagate a Ferrara per apologia del fascismo, istigazione all’odio razziale, minacce e vilipendio delle forze armate, dopo essersi presentati in un ristorante nel quartiere ebraico della città, inneggiando a Benito Mussolini e Adolf Hitler, cantando cori razzisti e distribuendo volantini che contenevano minacce contro le forze dell’ordine. “La comunità ha dato il giusto peso a questo fatto" prosegue il presidente, riducendo certi eventi a casi episodici: “Fattivamente non abbiamo mai ricevuto atti di violenza nei nostri confronti”.
Le tensioni in Consiglio comunale vanno in contraddizione con l'attenzione dei cittadini verso la comunità: “I ferraresi partecipano spesso alle iniziative promosse da noi e dal Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah”, spiega ancora Arbib. Merito anche di una intensa relazione allacciata con il sindaco Fabbri, il primo di centro–destra dal secondo dopoguerra. “C'è un rapporto di collaborazione importante” dice Arbib, che nel 2022 ha firmato con il comune un protocollo d'intesa per la diffusione della cultura ebraica ferrarese: “Un piano tradottosi presto in obiettivi realizzati. Dobbiamo elogiare questo sindaco per ciò che sta facendo con coerenza”.
Con chi manifesta le proprie idee in modo irruento “non so se riusciremo mai a parlarci”, conclude il presidente. “Penso che sia fondamentale sedersi ad un tavolo e confrontarci in modo democratico. Ma alla luce di quanto successo, credo sia abbastanza difficile”.