L'intervista

Forza Italia boccia la Lega. Mulè: "La strategia leghista sui dazi è nanismo nazionale"

Ginevra Leganza

Il vicepresidente della Camera: "Sui dazi bisogna agire insieme all'Unione europea. Gli accordi bilaterali a cui pensa la Lega sono perdenti" 

A proposito di dazi, il vicepresidente della Camera in quota Forza Italia, Giorgio Mulè, invita i colleghi della Lega a stare coi piedi per terra. A sognare meno, dice. O meglio, “a sognare, sì, ma a occhi aperti”. In che senso, Mulè? “Sui dazi alcuni hanno una visione per così dire onirica. Pensano che l’Italia possa cavarsela con la strategia dello ‘stand alone’. Che possa cavarsela, cioè, sfilandosi dalla risposta comunitaria e venendosela da sé. Ma sia chiaro: così non funziona”.

Il senatore leghista Claudio Borghi, in effetti, è acceso sostenitore di un accordo bilaterale Italia-Usa. E’ convinto che Meloni debba “infischiarsene” dell’Unione e piuttosto provare a trattare da sola. Pensa persino che possa strappare “l’esenzione totale dai dazi”. Domanda: secondo Mulè, il senatore Borghi sogna a occhi aperti? “Con tutto il rispetto, secondo me sì. La strategia nazionale è perdente. E le spiego perché”. Prego. “Se per esempio si mette sul campo il riequilibrio del surplus legato agli accordi sul gas o sulla difesa, non si avrà mai una capacità di tipo transattivo. Si può avere questa capacità solo se si è grandi. E poi, pur con tutto il galateo che si deve agli Stati Uniti, bisogna considerare una strategia che apra realmente ai business stranieri…”. Ossia? “Occorre guardare al Sudafrica, all’India, al Giappone, al Messico, alla Thailandia, alle Filippine. E non solo attraverso il business forum ma anche portando in giro le proprie aziende. Perché se oggi l’export vale 620 miliardi, e si adotta una strategia espansiva, si può arrivare a 700 miliardi entro il 2027. Il che vorrebbe dire, attivando tutte le leve diplomatiche, diventare la quarta potenza commerciale mondiale”.

Lei dice che quella degli alleati è una Lega onirica. Ma allora come si tengono insieme, nella compagine di governo, sogni e realtà? “Si tengono insieme sognando a occhi aperti. E dunque non deflettendo da quello che è l’interesse nazionale. Con la consapevolezza che bisogna avere le spalle larghe per affrontare un gigante come l’America. Su questo non può esserci crisi di governo né maggioranza dilaniata. Perché tutto parte e finisce nel buonsenso. E la risposta comunitaria, appunto, non è una risposta di principio ma di buonsenso”. “L’Italia deve rispondere al livello comunitario – continua ora Mulè – perché solo così fa l’interesse del paese. Intendo dire: a una politica globale di dazi non si risponde con il nanismo nazionale, né con l’onanismo patriottico. Ma con un approccio da gigante, giacché gigante è Trump e giganti sono gli Stati Uniti. In questo senso credo che l'approccio debba essere europeo”.

Quello della Lega, oltreché onirismo, è onanismo patriottico? “Forse è nanismo nazionale”, scherza il deputato di Forza Italia. Che poi aggiunge: "Prendiamo la Russia. Se avessimo risposto con sanzioni decise da paese a paese, avremmo avuto lo stesso effetto? No. Le sanzioni sono efficaci solo su base comunitaria. Quella è una guerra militare, mi dirà lei. E questa è una guerra commerciale…”. Quindi? “Quindi il discorso è lo stesso. Identico. Se si va a un tavolo di poker e si hanno fiches per cento euro, ci si potrà permettere di rilanciare fino a un certo punto. Se invece le fiches arrivano a mille euro, è chiaro che il gioco sarà diverso. Mi pare banale”.

A proposito degli attriti con i colleghi leghisti, non vorremmo soffiare su un fuoco ormai spento, ma viste le sue prescrizioni alimentari la domanda s’impone. Il segretario Antonio Tajani l’ha mangiato, poi, quel filetto di tigre che proprio lei gli aveva consigliato su queste pagine? Ha ripreso vigore, Tajani, dopo le stoccate ai “partiti populisti quaquaraquà”? “L’ha mangiato – sorride Mulè – o se non altro ne ha introdotto alcune dosi. Fuor di metafora, Antonio ha compreso che la Lega si sta riposizionando rispetto alla prossima scadenza del congresso”. Al Carroccio, invece, che tipo di dieta consiglia? “Consiglio? Semmai sconsiglio. Matteo Salvini un tempo beveva parecchia birra. Adesso mangia molti hamburger americani. Ecco: deve stare attento perché quel cibo, per quanto piacevole, è pur sempre junk food”.
 

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