
L'iniziativa del M5s
Anche Raggi alla Corte dei Conti contro la piazza per l'Europa: “Gualtieri non poteva pagare”
L'ex sindaca è la prima firmataria di un documento inviato giovedì ai giudici contabili per contestare al sindaco Pd un potenziale danno erariale. Al Foglio spiega: "Manca un atto di Giunta per riconoscere l’interesse pubblico della manifestazione che, pertanto, resta un evento politico e non istituzionale e non può essere pagata con fondi pubblici"
Detto, fatto. Anche il Movimento 5 stelle presenta un esposto contro la piazza “per l’Europa” dello scorso 15 marzo a Roma. Come già denunciato ai giudici contabili dalla Lega, le spese per l’organizzazione della manifestazione, lanciata da Michele Serra dalle colonne di Repubblica, sono state pagate dal Roma Capitale. Circa 300 mila euro, tra costi per l’allestimento del palco, dei gazebi, per la pulizia della piazza e per il viaggio e l’alloggio di alcuni ospiti. Dopo la polemica, con il Foglio Gualtieri ha rivendicato la scelta di finanziare la piazza: “Lo abbiamo fatto con orgoglio. Le polemiche sono surreali”. Adesso però l’attacco al sindaco arriva anche dal primo dei partiti alleati, il M5s. La prima firmataria del documento inviato ieri alla Corte dei Conti è l’ex sindaca di Roma, oggi consigliera capitolina del M5s, Virginia Raggi. “Non risulta che siano stati approvati atti con i quali si manifesti o dichiari l’interesse pubblico per la manifestazione svoltasi e che giustifichi la presa in carico dell’organizzazione della manifestazione e le relative spese conseguenti”, scrive Raggi nell’esposto.
La notizia della mossa di Raggi è interessante anche per un altro motivo. Il prossimo 6 aprile – il giorno successivo alla grande manifestazione romana indetta dal M5s contro le armi – a Firenze e a Bologna i sindaci dem Sara Funaro e Matteo Lepore hanno indetto due nuove piazze “per l’Europa” che dovrebbero ricalcare, anche a livello organizzativo, quella della capitale. Raggi al Foglio ribadisce il motivo fondante del suo esposto: “Manca un atto di Giunta per riconoscere l’interesse pubblico della manifestazione che, pertanto, resta un evento politico e non istituzionale e non può essere pagata con fondi pubblici, ossia di tutti noi. Su questo – sottolinea l’ex sindaca – il Testo unico degli enti locali, e tante pronunce della Corte dei conti, stabiliscono in modo molto preciso quando una spesa pubblica è legittima: in questo caso riteniamo che vi sia stata una chiara violazione della legge”. Questa volta, a Firenze e Bologna, i sindaci del Pd saranno più accorti?