
L'intervista
Foti: “Dazi? La Ue tratti con Trump per evitare una guerra commerciale”
Il ministro agli Affari europei invita alla calma: "Spero Trump non dimentichi quello che diceva Reagan, ma senza trattare ci faremo male sia noi, sia gli americani". E sui leghisti che vogliono trattare bilateralmente con gli Usa: "Non capisco come commentino cose che non sappiamo"
“Aspettiamo per capire cosa saranno in concreto questi dazi, quale entità e consistenza avranno, ma non c’è dubbio che la risposta deve essere quella di una trattativa europea. Dobbiamo assolutamente evitare una guerra commerciale che farebbe male a tutti. D’altronde come suggeriscono in tanti, molto più esperti di me, la politica dei dazi non farà bene a nessuno, neppure agli Usa”. Tommaso Foti, ministro agli Affari europei, dissimula a fatica una certa preoccupazione. Si avvicina il 2 aprile, il giorno in cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump annuncerà il suo piano generale di tariffe sui prodotti europei, dopo aver informato, al termine della scorsa settimana, di un primo significativo intervento sul settore dell’automotive. Un momento che dentro al governo è vissuto con preoccupazione e incertezza non inferiore a quella che ieri picconava i listini europei, da Milano a Francoforte. Ciononostante Foti è convinto che rispondere con controdazi immediatamente non sia la soluzione migliore. “Ripeto – dice – bisogna cercare di avviare una trattativa, sennò rischiamo di farci male tutti, sia noi, sia gli americani. Forse Trump si è dimenticato quello che diceva Ronald Regan”.
Ieri anche il ministro delle Finanze tedesco, Jörg Kukies, suggeriva qualcosa del genere: un accordo di libero scambio tra Europa e Stati Uniti. “Gli Stati Uniti lamentano il fatto che l’Ue applica tariffe doganali in media più elevate rispetto agli Stati Uniti. A nostro avviso, si potrebbero ridurre entrambi i valori, possibilmente anche a zero, se entrambe le parti lo desiderano: in tal caso non ci sarebbe alcuna discriminazione”, diceva Kukies. In qualche modo anche Foti è d’accordo: “Lo spazio della trattativa è quello che noi abbiamo sempre suggerito anche quando altri usavano questo argomento per accusarci di non scegliere tra Trump e l’Europa. Invece in questo momento è necessario stare con il buon senso perché sono questioni che necessariamente hanno bisogno di un confronto e una trattativa. Bisogna andarci con una posizione di fermezza per difendere i nostri, interessi ma senza scoprire le proprie carte, sennò poi la partita diventa più difficile da giocare”. La sua sembra un’accusa velata alla proposta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che ha già annunciato un eventuale piano di contro dazi a partire dal 15 aprile, utilizzando di fatto quelli che furono previsti, e poi sospesi, durante il primo mandato di Trump alla Casa Bianca? “Ma no”, si schermisce Foti. “Mi riferisco a chi, anche in Italia, suggerisce già come rispondere. Ricette pronte che onestamente non mi convincono. Io dico: vediamo cosa fa Trump, con quale entità interviene, e poi tutti insieme come Europa capiamo come agire, cercando una trattativa che eviti a tutti i costi una guerra commerciale”.
Un accordo commerciale di libero scambio con gli Usa, come auspicato da Kukies, però farebbe arrabbiare molti settori, a partire dall’agricoltura. “Certo, è senz’altro vero”, dice il ministro. “E infatti bisogna vedere, capire, entrare nei dettagli. In ogni caso si è detto che la risposta deve essere europea e allora vediamo. Anche perché se ognuno si mette a rispondere singolarmente non credo riusciremmo a trovare una soluzione”. Eppure è proprio quello che un suo collega di maggioranza, il senatore leghista Claudio Borghi, una delle menti economiche del Carroccio, suggerisce. “Noi chiediamo di trattare bilateralmente con Trump, cercando una esenzione per i prodotti italiani”, diceva ieri a Repubblica. “Io – risponde Foti – non capisco tutti questi che commentano senza sapere cosa commentano. Come fanno? Mi lasciano francamente un po’ basito. Comunque di una cosa sono certo”. Ci dica. “Quando il 2 aprile saranno annunciati i dazi non mancherà sicuramente la presenza di Giorgia Meloni per elaborare una risposta”.