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il colloquio

Tarquinio: “Il campo largo riparta dall'asse della pace. Calenda distrugge”

Luca Roberto

L'europarlamentare eletto con il Pd: "Già c'è tanta distruzione al mondo, figuriamoci se bisogna distruggere anche percorsi politici. Schlein in piazza con i Cinque stelle? Spero sia finita la stagione in cui ci si rincorreva con grande fatica"

Marco Tarquinio dice che il centrosinistra “ha bisogno di costruzione, non della distruzione creativa di Calenda, che non mi pare in questa fase sia particolarmente propenso alla proposta costruttiva”. Abbiamo disturbato l’europarlamentare indipendente eletto con il Pd per chiedergli cosa pensi di quest’uscita del leader di Azione, che si è augurato la cancellazione del Movimento cinque stelle. “E’ evidente che la proposta dei ‘volenterosi’ è distruttiva di altri percorsi politici. Io credo che invece si debba iniziare a costruire da quello che chiamo asse della pace”, dice l’ex direttore di Avvenire. Le posizioni di Tarquinio in tema di guerra, di riarmo, sono note. E quindi la sua opinione è particolarmente interessante anche in ragione del nuovo collocamento del partito sotto la guida Schlein. Oramai la segretaria ha posizioni alla Tarquinio, “ma io le dico da un po’ prima”, scherza l’europarlamentare.

Ha letto l’intervista di Lorenzo Guerini al Foglio e vuole evitare di rispondergli direttamente. Ma una cosa la dice: “Dobbiamo fare attenzione perché stiamo riabilitando anche le peggiori armi, come le bombe a grappolo. Questo non va bene. Anch’io sono per una difesa comune europea, ci mancherebbe. Ma è cosa diversa rispetto al piano Rearm Europe”. A quel piano si è opposto anche il Movimento cinque stelle, che adesso Calenda vorrebbe estromettere da una futuribile coalizione. Anche per manifestare vicinanza ai temi del pacifismo la segretaria Elly Schlein dovrebbe partecipare alla piazza convocata a Roma dal M5s il 5 aprile? “Sono decisioni di partito e io, da indipendente, non voglio dare consigli. Certo, spero solo che finisca la fase in cui ci si rincorreva con grande fatica”, ragiona Tarquinio. “Io sono convinto che l’asse della pace sia un asse su cui costruire una nuova idea di coalizione. Pace che non vuol dire restare sulle nuvolette, ma adoperarsi per costruire delle politiche, delle scelte concrete di governo che facciano la differenza”. A partire dal no al piano per riarmo? “La difesa non è solo una questione di armi, ma di politica estera. E di costruzione di un percorso diplomatico, tendendo a un disarmo bilanciato. So che sembrano discorso lunari, nell’epoca in cui Trump vuole imporre la forza per prendersi la Groenlandia, Putin invade l’Ucraina e Xi Jimping è mosso dagli stessi istinti a Taiwan. Ma è quello che deve saper fare l’Europa”.

Insomma i tentativi di disgregare il lavoro unitario che sta portando avanti la segretaria Schlein vanno rispediti al mittente. “Io credo che il centrosinistra abbia bisogno di ben altra creatività rispetto ai ‘volenterosi’”, aggiunge Tarquinio. “Già c’è tanta distruzione nel mondo, con le guerre. Figuriamoci se è il caso di distruggere anche all’interno delle nostre forze politiche”. Rilanciarsi, quindi, a partire da un ideale pacifista. “Che, e lo ripeto perché si capisca, non vuol dire restare sulle nuvole. Ma creare condizioni politiche concrete perché alla pace ci si arrivi per davvero”.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.