
(foto LaPresse)
nel campo largo
Schlein parla di casa e fugge per un giorno le tribolazioni sulla pace (e Giuseppe Conte)
La "Conferenza sull'abitare" al Nazareno. Competizione a sinistra tra piazze e sulla parola "Europa", e ricerca di temi alternativi per il Pd
Sono giorni duri per Elly Schlein, segretaria pd sospesa tra due diverse dimensioni del fare opposizione e tra due diverse declinazioni delle parole “Europa” e “pace”: il leader m5s Giuseppe Conte si aggira infatti arrembante dopo la manifestazione “no Rearm” di sabato scorso, mangiando anche nel piatto dem, al netto delle tiktoker e degli youtuber e con tanto di opa sulle intenzioni profonde (ma pro Ue) della piazza “Pd e non solo” di domenica scorsa, edizione bolognese dell’evento romano organizzato da Michele Serra con i sindaci. Vediamo chi è più pacifista, sarebbe la sfida neanche troppo sottesa, solo che se Schlein si lascia andare, e fa la pacifista al cubo (come forse vorrebbe) per sbaragliare la concorrenza, si imbatte nella contrarietà di una parte del suo partito – che all’Europa e all’Ucraina e all’antiputinismo guarda, Rearm compreso.
E dunque se non può lasciarsi andare, Schlein, e se da più parti (vedi l’ex ministro Andrea Orlando, sul Corriere della Sera) le dicono che “anche pezzi del Pd boicottano il campo largo”, ma non volendo fare come altri leader del gruppo Socialisti e democratici in Europa (che sul piano di riarmo non si dannano tra i distinguo), non le resta che percorrere le praterie invisibili del terzo settore (è in corso un viaggio dem nel terzo settore) e negli ambienti produttivi (è in corso un viaggio dem negli ambienti produttivi). Ultimo ma non ultimo: è in corso un viaggio dem nella triade scuola, sanità e casa. Per la precisione: nel problema (annoso) dell’abitare, con ospiti giunti al Nazareno per fare il punto, ieri pomeriggio, alla Conferenza nazionale dem sulla casa. E se dunque, da un lato, nel day after dei cortei, Schlein parlava di sanità in modalità opposizione responsabile verso la maggioranza (“va cambiata rotta, la destra discuta le nostre proposte”), dall’altro si rivolgeva in modalità responsabile alle altre opposizioni: “Lavoriamo insieme anche sull’emergenza casa”, diceva la segretaria pd alla presenza, tra gli altri, di Pierfrancesco Majorino e Massimiliano Valeriani (che presentavano le proposte dem in materia abitativa), dei sindaci di Roma, Napoli e Firenze Roberto Gualtieri, Gaetano Manfredi e Sara Funaro, dell’eurodeputata e presidente della commissione Housing a Bruxelles Irene Tinagli (che già una settimana fa, nella capitale, durante il convegno “All we need is home”, aveva messo l’accento sull’“accessibilità della casa”, problema che, diceva Tinagli, “mina le fondamenta su cui abbiamo costruito l’Europa perché non solo genera problemi sociali, di coesione, ma colpisce anche la mobilità di lavoratori e studenti che non riescono più a cogliere le opportunità di studio e lavoro in molte città europee, a causa di prezzi di affitto proibitivi rispetto ai loro salari”).
In collegamento, l’ex governatore del Lazio ed eurodeputato Nicola Zingaretti, reduce da settimane di discussioni e mediazioni nella delegazione dem proprio sui suddetti temi “Europa” e “pace”, sui social lodava la “bella iniziativa”: “Il Pd è vicino alle persone”, diceva, “il diritto alla casa, diventato tema europei grazie alle richieste dei socialisti europei, deve entrare nella Costituzione italiana”. “Abitare è riconoscersi in una comunità di destino, non si può più lasciare il tema casa al mercato, la casa va sotto la voce diritti”, esortava la coordinatrice della segreteria dem Marta Bonafoni. Il sindaco di Roma Gualtieri avvertiva: “I numeri sono impietosi, l’Italia ha una media di case pubbliche sotto il 5 per cento. Noi a Roma abbiamo messo 200 milioni, stiamo comprando 1500 case, ma ne servirebbero almeno 20mila. Va aperta una nuova stagione di politiche di edilizia pubblica. E per farlo servono soldi, l’Italia chieda con forza un grande piano europeo sulla casa”. “In Italia ci sono 60 milioni di case. Non sono poche. Ma c’è un problema di indisponibilità”, rincarava il sindaco di Napoli Manfredi, soffermandosi anche sul tema degli affitti brevi da “regolare con legge nazionale” e della residenzialità studentesca. E quando la segretaria arrivava, aveva persino un’aria sollevata: ecco un tema su cui non ci si divide all’interno, sembrava essere il retropensiero, poi esplicitato con il suddetto invito alla discussione alle altre opposizioni. “Portiamo avanti la battaglia sulla casa dall’inizio di questa segreteria. Questo paese non parla abbastanza di diritto all’abitare”, diceva Schlein. Il concetto è: il tema diventi un assillo per “un governo che appena insediato ha cancellato il fondo per l’affitto”. I dem chiedono di “ripristinarlo e moltiplicarlo per tre, portandolo almeno a un miliardo di euro”. (Boom? Si vedrà).



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