(foto LaPresse)

crepe nel partito

Autosospensioni, accuse e guerriglia: i congressi di FdI in Puglia somigliano a quelli dell'Msi

Luca Roberto

A Polignano a Mare un centinaio di iscritti si autosospendono dopo la proclamazione del coordinatore (vicino a Gemmato). Mentre in provincia di Foggia i parlamentari Fallucchi e La Salandra si attaccano sui giornali. E per scegliere un candidato alle regionali il partito arranca

Per dirla con le parole di un ex parlamentare di An, “prima i nostri congressi erano veri: passione e sangue”. E forse anche per questo in Puglia, dando vita alla stagione congressuale, in Fratelli d’Italia devono aver pensato che era il caso di tornare ai vecchi riti. Non si arriverà mai ai livelli del congresso nazionale di Rimini del 1990 che incoronò Pino Rauti alla guida dell’Msi, quando per placare una rissa dovette intervenire la Polizia, ma anche in terra apula non scherzano: centinaia di delegati che si dimettono in dissenso con l’investitura dei vertici regionali (a Polignano a Mare). Parlamentari che si fanno la guerra al punto da accusarsi sui giornali di scarsa trasparenza e di voler sfuggire alla “lotta nel fango” (nel foggiano). Il tutto mentre il partito sembra non avere soluzioni in vista delle regionali.

Sul Foglio avevamo raccontato come, al di là della narrativa di un partito monolite, sui territori prosperassero germi d’insofferenza. Pronti a esplodere soprattutto quando “la minoranza” non digerisce la scelta unitaria imposta dall’alto. E’ quel che è successo a Polignano a Mare, dove il congresso di Fratelli d’Italia s’è concluso con 120 iscritti sui 298 totali che hanno deciso di autosospendersi dal circolo cittadino. Il motivo? L’elezione del coordinatore Pippo L’Abbate, imprenditore 30enne, sarebbe avvenuta con un metodo definito dai dissidenti “divisivo, opaco e pilotato”.  L’Abbate è un nome piuttosto noto. In diverse occasioni lo si è visto comparire anche accanto alla premier Giorgia Meloni nelle sue incursioni in Puglia. Soprattutto, era il candidato scelto dal plenipotenziario di Fratelli d’Italia in Puglia, il coordinatore regionale e sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, di comune accordo con il coordinatore provinciale, l’eurodeputato Michele Picaro. Anche per questo i dissidenti hanno chiesto ai vertici nazionali di agire “affinché conducano tutti gli approfondimenti dovuti, in merito al quale non dovrebbe essere consentito a nessuno di chiudere gli occhi”. 

 

E’ ancora Gemmato il protagonista indiretto di un altro duello che agita le acque del partito in regione. In provincia di Foggia si è arrivati all’ufficializzazione di due congressi, quelli di Cerignola (città d’origine di Pinuccio Tatarella) e del capoluogo, che avranno luogo il 24 e il 26 aprile, solo dopo mesi di rinvii. Questo anche perché non c’era accordo tra l’ala vicina a Gemmato e al deputato foggiano Giandonato La Salandra, che voleva una scelta unitaria sui loro nomi, e quella rappresentata dalla senatrice Anna Maria Fallucchi e dall’eurodeputato Francesco Ventola, vicini a Raffaele Fitto, che ha sostenuto delle altre candidature. Chiedendo, quindi, un congresso vero. Proprio in un altro appuntamento congressuale, sempre in provincia di Foggia, a San Nicandro Garganico, Fallucchi s’era scagliata contro i colleghi di partito: “Non posso nascondere il mio sconforto nel vedere come siamo giunti a questo momento. Quello che doveva essere un incontro di confronto e di crescita, oggi sembra un campo di battaglia, dove si difendono angoli di potere, dimenticandosi del bene comune e la forza che può scaturire dall’unione”, ha detto. Aggiungendo che “un partito serio non può essere ridotto a una rissa di potere”. E denunciando che “la gestione di questo congresso non è stata improntata alla lealtà e alla trasparenza. Non ha rispettato lo spirito di democrazia che ci aspetteremmo da un movimento che vuole incarnare il futuro di questa nazione”.

Dichiarazioni così decise che il deputato La Salandra al quotidiano della provincia di Foggia l’Attacco ha risposto: “Faccio mie le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo ultimo intervento alla Camera: se qualcuno vuole giocare alla lotta nel fango, io non ho tempo per queste persone. Andiamo a votare: ognuno si assumerà la sua responsabilità”. Non esattamente l’immagine di un partito unito, alla vigilia di un appuntamento, quello delle regionali, nel feudo del vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto, dove il centrodestra brancola ancora nel buio. Senza una classe dirigente direttamente spendibile come candidato in grado di contendere la regione al centrosinistra. Al punto da vagliare pure la candidatura del direttore di Telenorba Vincenzo Magistà. Uno che qualche settimana fa, intervistato dal Corriere del Mezzogiorno, ha offerto la sua disponibilità a correre anche per le liste di Antonio Decaro. Insomma non sarà esattamente la stessa cosa di congressi come quello di An nel 2002, sempre a Rimini, con la Digos a dividere i delegati nazionali venuti alle mani. Ma anche adesso, qui in Puglia, tra gli ex missini non ci si annoia.

Di più su questi argomenti:
  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.