(foto Ansa)

la proposta

Il bisogno di un cantiere antipopulisti, al centro

Giorgio Merlo

Dopo le parole d’ordine pronunciate alla recente manifestazione populista di Roma e al congresso leghista, le forze centriste, riformiste ed europeiste non possono non assumere una vera iniziativa politica e pubblica: da Azione a Forza Italia

Piaccia o non piaccia è tornato il populismo. Sia quello demagogico dei 5 stelle sia quello più triviale e ruspante della Lega salviniana. Ma con questo populismo adesso occorre fare i conti. Perché, purtroppo condizionano i rispettivi schieramenti e rischiano addirittura di guidarli. Soprattutto quello di sinistra, dove c’è ormai una quasi convergenza tra la sinistra radicale della Schlein, quella populista di Conte e quella estremista del trio Fratoianni/Bonelli/Salis.

Ora, e di fronte a questo scenario, è di tutta evidenza che le forze centriste, riformiste ed europeiste – cioè l’esatto contrario delle parole d’ordine pronunciate alla recente manifestazione populista di Roma e al congresso leghista – devono assumere una iniziativa politica e pubblica. Pur senza ancora mettere in discussione i rispettivi schieramenti ma con il chiaro obiettivo di far emergere le plateali contraddizioni di coalizioni e alleanze che hanno al proprio interno movimenti e partiti populisti e massimalisti. Una iniziativa che non deve solo coinvolgere i partiti autenticamente centristi e riformisti come Forza Italia o Azione. Perché quello che è necessario è, semmai, aprire un “cantiere costituente” con tutte le forze, i movimenti e i gruppi politici e della società civile – in particolare, ma non solo come ovvio, dell’area cattolica – che chiedono a gran voce una nuova offerta politica che non sia condizionata dalle parole d’ordine dei populisti, dei radicali e dei massimalisti di ogni sorta.

Ecco perché, al di là e al di fuori di ogni velleitarismo, adesso chi è politicamente e  culturalmente alternativo al populismo e all’estremismo non può rifugiarsi in aride rendite di posizione o aggirare la vera sfida in campo. E cioè va preso atto che il cantiere di una nuova e rinnovata “politica di centro” non alternativa ma complementare alla costruzione di alleanze e coalizioni deve adesso decollare.

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