(foto Ansa)

verso le regionali

Così FdI in Campania si “congela”

Luca Roberto

Da Caserta a Salerno, congressi chiusi per evitare il “caso Napoli”, dove il partito era stato oggetto di una scalata ostile

Visto il precedente, hanno deciso di blindarsi. Del resto, il caso di Napoli aveva dimostrato che il rischio scalabilità del partito era troppo alto. Così in Campania Fratelli d’Italia, in tutte le province, ha dato vita a congressi “di prammatica”. Ripiegando su scelte dirette dai vertici regionali. E che sono state definite “unitarie”, proprio al precipuo scopo di evitare vere competizioni che avrebbero surriscaldato l’aria all’interno del partito. Nelle ultime settimane si sono tenuti gli appuntamenti congressuali nei quattro capoluoghi di provincia (escludendo Napoli). E un po’ ovunque la suspance ha ceduto il passo alla prevedibilità. A Caserta è stato eletto coordinatore cittadino Paolo Santonastaso, capogruppo uscente di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale. Nominata ufficializzata “per acclamazione”, come informano le cronache locali. A Salerno è stato eletto l’avvocato Pietro Vuolo, storico militante del centrodestra locale. E sul suo nome c’era stato l’avallo del plenipotenziario sul territorio, il viceministro degli Esteri e futuribile prossimo candidato alle regionali, Edmondo Cirielli. Ad Avellino la presidente  provinciale di FdI Ines Fruncillo, eletta l’anno scorso, al congresso cittadino ha sponsorizzato la candidatura di Modestino Maria Iandolia, che era già stato candidato alle scorse elezioni comunali nel capoluogo irpino. Ines Fruncillo che in regione viene considerata una fedelissima dell’altro plenipotenziario del partito meloniano, ovvero il coordinatore regionale Antonio Iannone, che il 3 aprile scorso ha giurato anche come nuovo sottosegretario ai Trasporti. Una casella che si era liberata dopo lo spostamento dell’ex sottosegretario Galeazzo Bignami al ruolo di capogruppo alla Camera.

 

A Benevento, invece, c’erano due anime del partito che avrebbero voluto fronteggiarsi. Con tanto di due distinte mozioni congressuali. Anche lì, però, la volontà di prevenire spaccature ha fatto sì che ci si accordasse sull’elezione, come nuovo coordinatore cittadino, di Francesco Mazzini, già responsabile provinciale del tesseramento. Come detto è stato parte di una strategia adottata dal partito meloniano per evitare uno scenario alla Napoli. Lo scorso anno, infatti, quando iniziarono a essere organizzati i vari congressi nelle province italiane, i vertici campani rimasero alquanto spiazzati dalla vittoria di Marco Nonno come nuovo coordinatore della città. In quel caso si andò al voto e l’ex consigliere comunale (nel frattempo decaduto ai sensi della legge Severino per una condanna a due anni per resistenza a pubblico ufficiale) ottenne quasi il doppio dei voti del suo sfidante. Nonno era una specie di outsider, proveniente dal Msi. E la sua candidatura venne accolta con scetticismo perché all’epoca avevano già ripreso a circolare le sue foto che lo ritraevano mentre faceva vari saluti romani. Una certa nostalgia che lo aveva portato a chiedere, anche durante lo stesso congresso, se i vertici nazionali si sentissero imbarazzati dalla sua ascesa.

 

Fatto sta che Nonno nel frattempo, anche a causa di leadership locali sempre più di stanza a Roma (dopo Cirielli anche Iannone, come detto, è entrato nella squadra di sottogoverno), ha iniziato a muoversi con sempre più disinvoltura sul territorio napoletano (e campano). E una decina di giorni fa ho organizzato la prima festa del partito a Napoli, col nome di Aura Neapolis, alla presenza di ministri, sottosegretari e anche di Arianna Meloni, a distanza di oltre 30 anni dall’ultimo appuntamento cittadino tenuto da Alleanza nazionale. Quando venne eletto Nonno, l’imbarazzo di Fratelli d’Italia lo si colse anche dal fatto che al congresso non si presentò nessuno dei big, da Cirielli all’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Adesso, insomma, alla vigilia di un appuntamento come le regionali dove FdI spera di giocare un ruolo centrale, si vuole correre ai ripari. Anche a costo di spegnere qualsiasi competizione interna. E cercare di consegnare alla campagna del centrodestra l’immagine di un partito coeso.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.