
Dopo la sentenza
In Campania Schlein punta su Manfredi per escludere De Luca, ma prendere i suoi voti
Al Nazareno sono convinti che dopo la decisione della Corte Costituzionale che impedisce al governatore di candidarsi chi gli portava i voti cercherà casa altrove. Il king maker dell'operazione sulle spoglie di De Luca è il sindaco di Napoli
Vincenzo De Luca fa la faccia feroce. “Se il Pd non vuole perdere la Campania, sempre da me dovrà passare”, dice ai suoi fedelissimi. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha sbarrato la strada a una sua ricandidatura intanto ha convocato per sabato mattina i molti capigruppo della sua variopinta maggioranza: dal Pd alla sua civica, da Italia viva a Azione fino a quel pulviscolo di liste e listarelle che nel 2020 lo portarono a raccogliere quasi il 70 per cento dei voti dei campani. Una riunione che servirà per capire chi gli sarà fedele anche adesso che la Consulta gli ha tolto di fatto dalla testa la corona di governatore di Campania. E un re senza corona, sono convinti dentro al Pd – ma pure nel centrodestra – “nun tene ‘a cummanà”. Un po’ come fa Trump, che sui dazi non vuole parlare con la Commissione europea ma con i singoli stati, Elly Schlein e il suo cerchio magico sognano di fare con De Luca: non trattare direttamente con lui, ma semmai con i suoi portatori di voti. Dal mr preferenze dem Mario Casillo, che nel 2020 prese oltre 40 mila voti, alla donna forte della lista civica De Luca, Vittoria Lettieri, fino all’ex grillina Valeria Ciarabino, che – dopo un rapporto a lungo burrascoso con il governatore (che nel 2017 l’apostrofò come “la chiattona”) – lo scorso novembre ha votato a favore della legge, bocciata dalla Corte, che avrebbe consentito a De Luca di correre per una terza volta. Trattative bilaterali insomma per scavalcare il governatorissimo, senza perdere però il suo consenso. Convinti come sono al Nazareno che adesso, senza la possibilità di candidarsi, il potere deluchiano sia limitato. Inscalfibile solo nella provincia di Salerno, dove il Pd non metterebbe bocca su una sua eventuale ricandidatura a sindaco.
E’ per questo comunque che lunedì Schlein spedirà a Napoli Igor Taruffi e Davide Baruffi. La coppia – ormai un classico del Pd schleiniano quando si parla di elezioni regionali e amministrative – sarà presentata dai parlamentari campani, con in testa l’orlandiano Marco Sarracino, ai consiglieri regionali, ai militanti e ai segretari delle federazioni dem della Campania. Sarà illustrato il “progetto Campania” della segretaria. Ma il vero king maker dell’operazione di drenaggio del consenso deluchiano, soprattutto al centro, è il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Mai così attivo. Ieri era a Napoli a un evento con il commissario campano del Pd Antonio Misiani e Roberto Fico, l’ex presidente della Camera del M5s che adesso sogna di prendere il posto di De Luca a Palazzo Santa Lucia: “Prendiamo atto della decisione della Consulta”, diceva ieri con ghigno solenne. Dentro al Pd in ogni caso sono convinti che sarà proprio lui, Manfredi, con una, o addirittura più liste civiche, ad accogliere gli orfani di De Luca per drenare tutto il consenso che questi ultimi portavano al governatore. Manfredi ha già incontrato diversi consiglieri regionali centristi. Non solo. Il sindaco nel corso delle scorse settimane si è visto anche con i leader nazionali e campani dei partiti di centro: da Matteo Renzi a Clemente Mastella, passando per l’emissaria per il dossier Campania di Carlo Calenda, l’ex ministra Elena Bonetti. Forte anche di essere stato eletto a Palazzo San Giacomo con una coalizione che andava dal centro ai 5 stelle, “il modello Napoli”, che oggi servirà riproporre per vincere in Campania. E ieri infatti sia lui che Fico ripetevano la frase come un mantra: “In Campania si vince con il modello Napoli”. Non è un segreto che per tenere De Luca in partita più che Fico servirebbe candidare governatore un altro 5 stelle, l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa che con il presidente ha un ottimo rapporto.
In ogni caso cercare di intercettare gli esuli deluchiani è essenziale. Anche perché la caccia è già partita anche a destra. Si vogliono saccheggiare le spoglie del governatore ferito a morte dai giudici costituzionali. E “gli sciacalli”, direbbe lui, non sono solo le nuove leve del Pd di Elly Schlein e il sindaco Manfredi. Ma anche Forza Italia sta lavorando alacremente sul tema. Se ne occupa il coordinatore regionale Fulvio Martusciello che infatti ieri attaccava con forza il Pd e il centrosinistra: “Il modello Napoli è un fallimento, la vera alternativa siamo noi”. Ma dal Pd predicano calma: “Chi porta voti vuole andare con chi ha più probabilità di vincere, e a oggi, De Luca o meno, resta il fronte ampio del centrosinistra”.



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