
Matteo Salvini (LaPresse)
Prima della "pace"
Quando il Papa era l'avversario di Salvini e della Lega. Candiani: “Quel che è stato, è stato”
Dalle magliette a Pontida agli attacchi sui migranti. Poi il Carroccio ha trovato nel Pontefice una sponda contro le armi. "Francesco è stato una delle figure che sin dall’inizio ha detto con forza che bisogna perseguire la pace e non la guerra. Ci auguriamo che chi raccoglierà il suo testimone possa proseguire su questa strada”
Papa Francesco? “De mortuis nihil nisi bonum”. Il deputato della Lega Stefano Candiani si affida alla saggezza del proverbio latino: dei morti non si dica altro che il bene. Chissà allora che fine avranno fatto quelle famose magliette con su scritto: “Il mio papa è Benedetto”, quelle che inneggiando a Ratzinger diventarono uno dei simboli del raduno di Pontida nel 2016, con tanto di foto del leader Matteo Salvini, che sorridente ne indossava una. Erano altri tempi e Papa Francesco rappresentava molte delle battaglie che la Lega combatteva (e continua a portare avanti), ma dall’altra parte della barricata. Da allora di cose ne sono cambiate e lo slancio pacifista – al netto dei voti in Parlamento – è diventato una delle cifre del Carroccio. “Tutto quello che è stato, è stato”, ribadisce oggi Candiani. Mettiamoci una pietra sopra. “Non è il momento delle polemiche, dei comizi politici. Certamente – aggiunge il deputato, parlando con il Foglio – Papa Francesco è stato una delle figure che sin dall’inizio ha detto con forza che bisogna perseguire la pace e non la guerra. E noi ci auguriamo che chi raccoglierà il suo testimone possa proseguire su questa strada”.
Ieri anche Salvini è tornato a occuparsi di Bergoglio, rilanciando sui suoi social un passaggio dell’ultimo messaggio urbi et orbi del Papa, in cui il Pontefice parlava di pace e disarmo. Prima ancora, era lunedì sera, intervenendo in tv proprio nel giorno del lutto, il leader della Lega aveva ricordato i messaggi di conciliazione e di dialogo pronunciati da Francesco “anche in momenti in cui era scomodo farlo. Quando ci fu l'attacco della Russia all’Ucraina quella del Santo Padre fu una delle poche voci a rimbombare fragorosa, rumorosa, bella e pulita, invocando pace”. La Lega inoltre, a differenza di altri partiti, come Pd o Fratelli d’Italia, ha scelto nella sua comunicazione uno stile sobrio e senza loghi di partito, limitandosi a un semplice messaggio: “Papa Francesco ha raggiunto la Casa del Padre ”. Sobrietà, per qualcuno un po’ di imbarazzo (solo pochi giorni prima il Carroccio ricordava l’anniversario della nascita di Ratzinger: “Un acuto pensatore, un grande pastore, difensore delle radici cristiane dell’Europa. Sempre nei nostri cuori!”). O forse senso delle istituzioni e di un momento che non ammette polemiche, per chi ora governa e vuole mettersi alle spalle certe uscite, quelle le sparate che hanno segnato il rapporto tra il partito di via Bellerio e la Santa Sede. Non a caso Salvini non è mai stato ricevuto in Vaticano. Prima della guerra in Ucraina e di quella a Gaza, il pontificato di Bergoglio è stato infatti caratterizzato da un forte impegno sul fronte ambientale e ancora di più sul tema dei migranti. E certamente, in particolare su quest’ultimo aspetto, le divergenze con Salvini erano totali. “Quanti rifugiati ci sono in Vaticano?”, attaccava per esempio il leader leghista nel 2015 dai microfoni di Radio Padania, replicando al Papa che invocava il perdono per chi chiude le porte ai migranti. “Non abbiamo bisogno di essere perdonati. Ci sentiamo buoni e generosi più di altri pseudo cattolici che dicono che c’è posto per tutto il mondo”, era stata la dura risposta di Salvini.
Oggi intanto a Montecitorio è in programma la commemorazione comune di Camera e Senato in ricordo del Santo Padre. Per la Lega, riferiscono fonti del partito, prenderà la parola uno dei due capigruppo: Massimiliano Romeo o Riccardo Molinari. In una nota congiunta i due colonnelli leghisti hanno rimarcato negli scorsi giorni lo sforzo per la pace di Francesco, “rimarrà in noi il coraggio e la voglia di lottare fino alla fine per portare a compimento la sua missione”. Gli interventi di oggi dovrebbero andare nella stessa direzione. Il passato è passato.