Partiti e Conclave

FdI sogna Papa Parolin, l'anti Zuppi: “Sarebbe una grande scelta”

Gianluca De Rosa

Se il Pd tifa il presidente della Cei, il partito di Giorgia Meloni ha una passione per l'ormai ex segretario di stato del Vaticano: "Se lo meriterrebbe, ma comunque decide lo Spirito Santo"

“E se il prossimo Papa fosse Pietro Parolin? Se ci fosse qualche italiano noi saremmo molto contenti, ovviamente”, dice con il suo formidabile sorriso sornione, sgattaiolando via dal Trasatlantico di Montecitorio Maurizio Leo, viceministro dell’Economia in quota FdI. Se il Pd sogna al soglio pontificio Matteo Zuppi, il presidente della Cei, ex parroco di Santa Maria in Trastevere  che fa impazzire Elly Schlein e la Comunità di Sant’Egidio, al partito della premier Giorgia Meloni piace, e quanto piace, un altro cardinale italiano, il Segretario di stato uscente Pietro Parolin. Il diplomatico della Santa Sede con Francesco regnante. Rapporti eccellenti con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il cattolico Alfredo Mantovano, e con tutto il resto del governo, premier compresa. Lavoro comune, silenzioso e costruttivo, per il Giubileo e mai un dissidio tra Palazzo Chigi e Santa Sede, anche grazie alle doti diplomatiche che tutti riconoscono a questo cardinale nato 70 anni fa nella provincia all’epoca ultra democristiana di Vicenza e che dai quei luoghi si porta il passo felpato e le doti del gran conciliatore proprie non solo degli uomini di fede, ma anche dei migliori tra i democristiani. Al governo hanno saputo anche accontentarlo, quando necessario. Come quando – lo ha raccontato questo giornale qualche settimana fa – il cardinale ha chiesto di cambiare il Concordato del 1984 per togliere il tetto dell’età che vigeva sino a quel momento per i cappellani militari. Dopo un lungo carteggio tra il cardinale e la premier Giorgia Meloni in persona, Parolin è stato accontentato. L’età minima per i cappellani militari scenderà da 28 a 25 e quella massima, 40,  sarà cancellata. Un modo per affrontare il “calo vocazionale” e rendere la carriera del cappellano militare più appetibile, facilitando al Vaticano il lavoro di ricerca per dei sacerdoti.  

Adesso, il sogno a Via della Scrofa sarebbe quello di vedere Parolin vestito con la talare bianca. “Vedo una sua possibile elezione davvero con molto favore. Sarebbe una grande scelta, di lungo respiro, ma anche di continuità con Papa Francesco. Anche se sappiamo che ai conclavi si entra Papi e si esce cardinali”, dice al Foglio Alfredo Antoniozzi, deputato di FdI dai lunghi trascorsi nella Balena bianca. “Credo che sia uno dei personaggi ecclesiastici più autorevoli della Chiesa, merita sicuramente un grande riconoscimento per tutti i ruoli che ha svolto”, aggiunge. Come lui la pensa anche un altro ex Dc del partito di Meloni, il deputato Luciano Ciocchetti: “Parolin? Penso che certamente potrebbe rappresentare un punto di equilibrio tra le grandi novità introdotte da Francesco con la nomina dei cardinali di paesi emergenti e la continuità generale che poi è la storia e la tradizione della Chiesa cattolica. A me senz’altro piacerebbe molto, poi certo, per fortuna, non siamo noi a decidere”. Insomma dentro FdI sono tutti pazzi per Parolin? “Ah indubbiamente piace molto, moltissimo”, ammette tra una boccata di sigaretta e l’altra nel corridoio fumatori di Montecitorio Walter Rizzetto, deputato di FdI e presidente della commissione Lavoro. “Anche se a me – precisa – non dispiace affatto anche il cardinal Pierbattista Pizzaballa, è bravo, proprio bravo, ma poi si sa come vanno queste cose… si decidono dall’Alto”. E in casa dello Spirito santo si rifugiano anche due fedelissimi di Giorgia Meloni, il coordinatore del partito Giovanni Donzelli – “Parolin? Chiunque deciderà lo Spirito santo sarà l’uomo giusto per guidare la Chiesa” – e il capogruppo del partito a Montecitorio Galeazzo Bignami: “Non ce ne occupiamo noi, il Papa lo decide lo Spirito santo”.

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