La mostra delle tette bolognesi
Siccome di norma si trova quello che si cerca, io questo ho trovato a Palazzo Fava, visitando la magnifica, generosa mostra “Da Cimabue a Morandi” ideata da Vittorio Sgarbi.
La grande mostra delle tette bolognesi. Siccome di norma si trova quello che si cerca, io questo ho trovato a Palazzo Fava, visitando la magnifica, generosa mostra “Da Cimabue a Morandi” ideata da Vittorio Sgarbi. Dalle tette di Eva (Michele Di Matteo, “Sogno della Vergine”) alle tette di un trans avanti lettera (Bartolomeo Passerotti, “Doppio ritratto in veste di Circe e Ulisse”), passando per le tette delle modelle che impersonano la Madonna. Impressionante la Madonna di Agostino Carracci, 1586, che sembra confermare le parole di Stendhal: “I preti, a Bologna, tollerano la libertà dei costumi, altrimenti le frecciate impedirebbero a loro stessi di goderne”. La Felsina pittrice (Cignani, Sirani, Guercino, Mastelletta…) evidenzia per secoli una forte propensione mammillare il cui culmine sono le due tele spudorate di Guido Cagnacci, “Allegoria del tempo” e “Ratto d’Europa”, dove i soggetti sono chiaramente solo pretesti per mostrare seni dritti e duri con vaste areole rosa confetto. La Bologna di Sgarbi e di Cagnacci è come la Gerusalemme di Isaia: “Succhierete e vi delizierete al petto della sua gloria”.