I padiglioni dell'Expo rappresentano disgregazione, caducità e ateismo
“Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori”. Gli architetti dell’Expo hanno faticato invano: a riprova che il Salmista ha sempre ragione i loro padiglioni, che perfettamente rappresentano disgregazione, caducità e ateismo, a fine esposizione si disgregheranno e cadranno. Viceversa gli edifici del Labirinto di Fontanellato, inaugurato l’altra sera (c’ero), perfettamente rappresentano compattezza e durata. Dentro al labirinto più grande del mondo, voluto da Franco Maria Ricci, svetta una piramide di mattoni, disegnata da Pier Carlo Bontempi. Dentro alla piramide c’è una cappella, casomai uno volesse leggere appunto i salmi. Fuori della piramide c’è un camminamento e lì sotto, volgendomi verso la punta, mi sono sentito osservato non da quaranta secoli di storia (non esageriamo, non riesco nemmeno a concepirli quaranta secoli di storia) ma da quattro senz’altro. Non quattro secoli di storia passata: quattro secoli di storia futura.