Fatica e caos può essere il motto di Roma a prescindere dall'inetto Marino

Camillo Langone
Il nostro mestiere è fatica e caos, dice Toni (forse Antonio?) Servillo, attore che mi ha allontanato dalle sale cinematografiche perfino più di Margherita Buy.

    Il nostro mestiere è fatica e caos, dice Toni (forse Antonio?) Servillo, attore che mi ha allontanato dalle sale cinematografiche perfino più di Margherita Buy. Lo dice durante un evento al Maxxi di Zaha Hadid, architetta che mi ha allontanato dall’architettura quasi quanto Santiago Calatrava. Lo dice quindi a Roma, città il cui motto dovrebbe essere appunto “Fatica e Caos”, a prescindere dal sindaco inetto e macchietta e senza entrare nel rinnovato alterco moralistico fra capitali (non credo proprio che il motto di Milano potrebbe essere “Riposo e Ordine”…). “Fatica e Caos” oltre che di Toni (forse Antonio?) Servillo e di Roma, potrebbe essere il motto d’Italia, essendo il carattere nazionale una molto sorrentiniana ammucchiata di grevità, volgarità, compiacimento e inconcludenza. “Fatica e Caos”: Dante e Flaiano non sarebbero stati capaci di sintetizzare meglio. Dio ci conservi Toni (forse Antonio?) Servillo, memento dell’Italia che siamo e non vogliamo.

    • Camillo Langone
    • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).