"Contro natura", le due parole sacre che i bolliti non capiscono
San Giuda Taddeo, servo di Gesù Cristo, Giuda santo da non confondere col Giuda traditore, l’Iscariota, e quindi Giuda autore della Lettera di Giuda, ultimo libro della Bibbia prima del libro dell’Apocalisse, ti ringrazio per avere incastonato l’espressione “contro natura” nella Sacra Scrittura, così rendendola intangibile. Ti riferivi ovviamente a Sodoma e Gomorra che “si abbandonarono all’immoralità e seguirono vizi contro natura” e per questo ricevettero “esemplarmente le pene di un fuoco eterno”.
San Giuda Taddeo, qui a sentire queste cose ridono tutti, sia gli atei sia i cattolici di potere, e chi insiste a usare il tuo linguaggio viene chiamato preistorico, come fosse un Neanderthal anziché un neotestamentario. Noi cristiani rimasti credenti patiamo la piccola pena di essere considerati subumani, gli increduli però stanno peggio perché il fuoco eterno per loro è già acceso: come rane di Chomsky, immerse nella pentola la cui temperatura si innalza gradualmente, cominciano a sentire un po’ di caldo (le culle vuote, le casse dell’Inps vuote…) ma continuano a vivere come se natura e quindi demografia e quindi economia non fosse. Fino a quando, senza avvedersene, si ritroveranno perfettamente ed esemplarmente bolliti.