Un libro sull'omosessualità di Lucio Dalla
Dalla non ha mai dichiarato esplicitamente la propria omosessualità, e molti testimoniano che nella sua vita fossero entrate diverse donne. Per lui il sesso è conoscenza, una pratica, non un’identità
“Dalla non ha mai dichiarato esplicitamente la propria omosessualità, e molti testimoniano che nella sua vita fossero entrate diverse donne. Per lui il sesso è conoscenza, una pratica, non un’identità: gli piace molto il tipo del ragazzo più giovane, ma i racconti degli amici confermano non disdegnasse di insidiare le donne degli altri”. Così scrive Luca Beatrice in “Per i ladri e le puttane sono Gesùbambino. Vita e opere di Lucio Dalla” (Baldini & Castoldi). Le informazioni raccolte dall’eclettico critico torinese presso amici, colleghi e parenti rafforzano il mio culto dalliano: mentre l’omosessualità è antisociale e autoreferenziale, la bisessualità è quasi il suo contrario ossia curiosità e disponibilità. Lucio era curiosissimo, secondo il cugino Simone Baroncini quello per Marco Alemanno era un affetto paterno e anche ci fosse stato dell’altro è bene rimanga nel vago come il rapporto fra Socrate e Alcibiade. Ciò che davvero conta è la decifrazione di “Disperato erotico stomp”: “Penso a delusioni, a grandi imprese, a una tailandese…”. Grazie a Beatrice adesso so che la misteriosa tailandese è esistita davvero: una ballerina di night con la quale il grande bolognese ebbe un’avventura.