Il dovere di fare la guerra per Oriana Fallaci
Il dovere della guerra. Soltanto tu, Oriana, potevi esortare alla guerra con una motivazione così convincente e virile: il dovere. Non scrivi più, non telefoni più, non ci pungoli più direttamente ma il tuo sprone lo ritrovo nei tuoi libri, ad esempio nella corrispondenza pubblicata ora da Rizzoli, “La paura è un peccato”: “La prima condizione di libertà e di civiltà è permettere agli altri di pensarla come vogliono: finché, ovvio, permettono a noi di pensarla come vogliamo. Se ce lo impediscono la guerra tra noi e loro scatta come un dovere”. Io, che sono intellettualmente troppo meno muscolare di te, sento nelle tue parole un giusto rimprovero. Faccio abbastanza per difendere la mia libertà e la nostra civiltà dai coranisti e dai loro collaborazionisti come monsignor Galantino? Non credo. Devo fare di più e comincerò col dire che, mentre accampare diritti è cosa da servi, compiere il proprio dovere è cosa da uomini. Dunque ti prego di farmi avere il tuo elmetto: proverò a esserne degno.