Perché il Sud non ha stima di sé
Chi non si impegna non merita i soldi dei contribuenti
Aiutati che Dio ti aiuta. Altrimenti non chiedere nemmeno allo Stato di aiutarti: chi non si impegna non merita i soldi dei contribuenti. Ero a Trani dal fruttivendolo, le solite gonfie e tronfie mele trentine avevano il posto d’onore, tre metri di scaffale centrale. Nello scaffale in basso, in angolo, in ombra, c’era una cassettina di meline. E quelle cosa sono? “Mele delle nostre parti, di seconda qualità”. Ovviamente ho comprato queste ultime ed erano migliori delle Golden: più piccole e dunque più pratiche, meno zuccherine e dunque meno diabetogene… Ero in Puglia all’ora dell’aperitivo: niente Asprinio di Aversa, niente Bombino di San Severo, bensì Franciacorta e sciampagnino. Piuttosto bevo un Americano… Ero in Terra di Bari e ho letto che un comico molto da orecchiette ha dato alla figlia un nome germanico, Greta. Forse Maria, Lucia, Michela, Rita, Sabina, Damiana, nomi legati a patroni e patrone di quelle baresi località, suonavano troppo meridionali? Gli aiuti al Sud (contratti di sviluppo, decontribuzioni, eccetera) siano vincolati a un minimo d’amore del Sud verso sé stesso: se sei il primo a disprezzarti perché dovrei apprezzarti io? Se non stimi ciò che produci come fai a venderlo? Giusto l’accattone puoi fare.