Siamo vicini alla fine del mondo?
Sono le domande che mi pongo durante la lettura di “Da Fatima a Medjugorje” di Padre Livio, edito da Piemme
Devo prenotare la pulizia dei denti, la prova sartoriale dell’ennesima giacca blu, la sostituzione dei pistoncini del portellone posteriore della macchina? Oppure non c’è più bisogno, tanto la storia sta per concludersi? Sono le domande che mi pongo durante la lettura di “Da Fatima a Medjugorje” di Padre Livio, edito da Piemme. Le farei allo stesso Padre Livio (ho la mail) se non temessi il suo sdegno: Ma come, io esorto alla conversione, al digiuno, alla preghiera, e tu continui a pensare all’esteriorità, ai balocchi, al guardaroba? Se è una colpa, la ammetto. Giustificato inizialmente dal punk (“No future”) e poi dal Vangelo (“Estote parati”) da sempre vivo alla giornata. Dopo questo libro anche di più. Padre Livio mostra i nessi fra le due grandi apparizioni e, sulla base di affermazioni mariane e pontificie, intorno all’incombente centenario di Fatima prefigura cose grandissime: la morte del Papa prima o appena dopo un pellegrinaggio al santuario portoghese, la vittoria della Donna vestita di sole sul dragone infernale e dunque (come specificato a pagina 178) su aborto, eutanasia, matrimoni omosessuali, gender, utero in affitto... Alcuni capitoli e il sottotitolo (“Il piano di Maria per un futuro di pace”) alludono all’inizio di un’epoca radiosa, eppure diversi passaggi mi fanno pensare alla fine del mondo. Non lontana nel tempo bensì a maggio o poco oltre. Perciò sono confuso: devo ugualmente prenotare il dentista, il sarto, il meccanico?