Il super-omosessualista Festival di Sanremo
Perché leggere “Una gioventù sessualmente liberata (o quasi)” di Thérèse Hargot (Sonzogno).
San Remo, oggi sei il Santo più tradito e mi riferisco al festival che parassitizza il tuo nome, a questa edizione super-omosessualista (Maria De Filippi, Mika, Tiziano Ferro, Ricky Martin…) e dunque sottilmente estinzionista e schiavista (uteri in affitto). E inoltre riduzionista, aggettivo che ricavo da “Una gioventù sessualmente liberata (o quasi)” di Thérèse Hargot (Sonzogno). “Essere omosessuale è una cosa che non esiste. Io non sono le mie attrazioni. Ogni volta che un individuo è ridotto alle proprie tendenze sessuali, è alla sua dignità di persona umana che si attenta”. La giovane e bella sessuologa belga invita ad abbandonare il totalizzante verbo essere (“Sono omosessuale”, “Sono eterosessuale”) per liberarsi dalla gabbia di identità ormai ideologiche. Mentre il festival sprizza ideologia da tutti i pori: “Sanremo è un posto dove si possono lanciare riflessioni su temi seri” ha minacciato la co-conduttrice in conferenza stampa. San Remo ti prego di farmi addormentare cullato dalla voce di Thérèse Hargot e non da quella di Maria De Filippi, stanotte.