Sto per tradire il cappello nazionale. Colpa dell'e-commerce e di Jamiroquai
Il mondo è grande e i negozi sono piccoli, non ci trovo mai niente
Jamiroquai ovvero Jason Kay, cantante inglese amante delle belle auto, delle belle donne e dei cappelli, nel video di Cloud 9 sfoggia un cappello che quasi quasi vorrei comprare. Ma dove? Non mi si parli di negozi: il mondo è grande e i negozi sono piccoli, non ci trovo mai niente. Però Barbisio non vende su internet, Falcus non vende su internet, il Cappellificio Cervo su internet vende solo il cappello da alpino, Panizza ha vari modelli senonché su quelli estivi c’è scritto “Fuori stagione” e viene il sospetto che non aggiornino il sito da quest’inverno, Super Duper è invernocentrico anche di più, il Berrettificio Demurtas invita a recarsi in berrettificio di persona (a Jerzu provincia di Nuoro, come no), Guerra 1855 per l’estate 2017 propone un cappello, uno di numero… Infine Borsalino, che è Borsalino, ha qualche modello in più tuttavia pochissimi colori e forse per vederne altri bisognerà entrare nei negozi fisici ma chissà. Ormai senza speranze provo col sito di Lock, Lock & Co. Hatters St. James’s Street London, e mi si spalanca il paradiso degli amanti dei cappelli, foto bellissime, grafica bellissima, donne (per i cappelli da donna) perfino più attraenti che nei video di Jamiroquai, e cappelliere, spazzole, panama, pork pie, pagliette, berretti di ogni foggia, tessuto e tinta, e poi gli arrotolabili, gli impermeabili, i cilindri, le bombette, addirittura i fez e gli elmetti da aviatore come D’Annunzio in volo su Vienna… Se tutti i marchi italiani avessero un e-commerce di analogo livello anziché dell’1,1 il pil aumenterebbe dell’11 per cento. E io non starei per tradire il cappello nazionale.