Senza Pound Venezia è perduta
Se il meglio di Venezia è dentro un libro, è sufficiente leggere quel libro
Ma cosa ci vanno a fare a Venezia se non c’è più Pound? Per fare numero, per far contento il ministro Franceschini, per contribuire ai record delle presenze turistiche nelle città d’arte? “Ho un ricordo di come Pound attraversava piazza San Marco” scrive Charles Wright, poeta americano che frequentava la Serenissima in quegli anni lì e che io leggo nel bar davanti alla stazione di Mestre perché mi guardo bene dal proseguire per Santa Lucia. Del vecchio Wright la Donzelli ha raccolto tutte le poesie a soggetto italiano, un libro struggente intitolato per l’appunto “Italia” in cui Venezia appare ancora abitata da grandi figure. Oggi invece chi attraversa piazza San Marco? Non sto dicendo che tutto è perduto, sto dicendo che piazza San Marco è perduta: poi magari la si ritrova ma nel frattempo il gentiluomo cambia itinerari, sceglie luoghi meno famosi e però mai così poeticamente produttivi e va a Sasso Marconi, dove in piazza può veder passeggiare Davide Rondoni, o a Rignano Flaminio, dove in piazza può veder passeggiare Claudio Damiani, o a Bisaccia, dove in piazza può veder passeggiare Franco Arminio. Se il meglio di Venezia è dentro un libro, è sufficiente leggere quel libro.