Preghiera contro il raffreddamento globale
Prego per i miei amici vignaioli
Preghiera contro il raffreddamento globale. Si accendano i diesel e le caldaie, le stufe a pellet, i barbecue, qualsiasi oggetto preveda l’utilizzo di combustibili fossili e non, pure i vecchi caminetti che io purtroppo non possiedo ma che vorrei avere per buttarci di tutto, dalle buste delle bollette alle scatole vuote delle colombe pasquali, dai ricettari vegani ai rametti di ulivo delle Palme 2016, onde produrre l’effetto serra indispensabile ai miei amici vignaioli che dall’Abruzzo al Veneto in queste notti tremano di freddo e di paura. Di freddo perché dopo il tramonto non vanno sotto le coperte bensì sotto le stelle, in vigna a cercare di tamponare i danni, e di paura perché il gelo ha già bruciato molti germogli e potrebbe bruciarne di più. Le stanno provando tutte: trattamenti a base di alghe per aumentare la concentrazione cellulare (una sorta di antigelo per viti anziché per motori), teli di tessuto-non tessuto (efficaci ma costosi e impossibili da usare su grandi superfici), perfino balle di fieno e di paglia da incendiare tra i filari quando il termometro crolla. Prego per i miei amici vignaioli che non abitando in città non hanno perso il senso della realtà: loro lo sanno che il calore è vita e non comprerebbero mai un’auto ibrida e sperano che Trump non sia arrivato troppo tardi col suo piano di rilancio del carbone.