C'era più fiducia nel prossimo quando le frontiere erano chiuse
Massimo Zamboni in “Nessuna voce dentro. Un’estate a Berlino Ovest” (Einaudi) racconta del suo remoto viaggio verso Berlino
Potessi avere la metà della fiducia nel prossimo che aveva un camionista nel 1981. Massimo Zamboni in “Nessuna voce dentro. Un’estate a Berlino Ovest” (Einaudi) racconta del suo remoto viaggio verso la Città del Muro: “1981. Luglio. Parto di martedì, casello di Reggio Emilia. Cerco uno strappo per la frontiera, dove dovrò procurarmi un passaggio su qualche tir in viaggio verso il Grande Nord. Con un classico pennarello Grinta punta larga ho scritto in nero su un rettangolo di cartone: Brennero”. Partì all’avventura anzi allo sbaraglio, da solo, con pochi soldi, senza conoscere il tedesco. Google Maps era molto di là da venire eppure Zamboni non mise in zaino nemmeno una cartina. Non sapeva nemmeno dove Berlino Ovest precisamente si trovasse, soltanto arrivato in Germania occidentale scoprì che era un'enclave circondata dalla Germania orientale. Che molti ragazzi, allora, partissero in questo modo, è già abbastanza stupefacente. Ma superstupefacente è che trovassero automobilisti e più spesso camionisti disposti a caricarli, gratis e senza i feedback che oggi rendono rassicurante l'esperienza BlaBlaCar. Io che diffido di tutti ammiro quegli antichi lavoratori della strada che si mettevano perfetti sconosciuti in cabina e prego di notare come al tempo delle frontiere vigilate le portiere si aprissero, mentre al tempo delle frontiere sguarnite le portiere si serrano.