Il Bosco Verticale di Milano, cavallo di Troia del Qatar
"Guai a colui che favorisce i deserti!”
“Il deserto cresce: guai a colui che favorisce i deserti!”. Così parlò Nietzsche, filosofo veggente che ha anticipato un mucchio di cose compreso il Bosco Verticale, nichilismo edilizio verniciato di verde. Avendo l’amigdala sensibilissima, avendo speso più tempo sulle pagine della Bibbia e dell'architetto-urbanista Rem Koolhaas che davanti ai film di Woody Allen, sapevo che i grattacieli sono più Asia che America, più oriente che occidente. Quando alzarono le torri di Porta Nuova vidi subito la scristianizzazione del profilo milanese, l’oscuramento della Madonnina tanto applaudito dai ciellini di (allora) potere, dalle masse idolatriche, da tutti gli apostati fra Lambro e Olona. Ma non riconobbi subito quei blasfemi edifici come nuovi cavalli di Troia (città asiatica alla stregua di Babele e Doha). Quando Bosco Verticale e grattacieli vari vennero comprati dal Qatar cominciai a sospettare. Oggi finalmente so che l’ipocrita boschetto nasconde una montagna di sabbia, alimento per il deserto che cresce. “Guai a colui che favorisce i deserti!” (magari frequentando piazza Gae Aulenti).