Basta filosofia nelle università statali
Si chiudano gli antifilosofici dipartimenti di filosofia affinché l’amore per la sapienza rifiorisca in libere scuole di filosofia, private, non pagate dalle tasse: come il Liceo di Aristotele
Al ministro dell’Economia che farà la prossima manovra, Padoan o chiunque altro, ecco un taglio di bilancio su un piatto d’argento: la chiusura dei dipartimenti di filosofia delle università statali. Non è una proposta da buzzurri, da barbari, bensì da amanti della filosofia come me e da grandi filosofi come Mario Perniola che in “Estetica italiana contemporanea” (Bompiani), libro che per prestigio dell’autore, eleganza della forma e ricchezza di contenuti è il piatto d'argento della situazione, scrive: “Le riforme universitarie, accentrando il potere accademico in pochissime mani, hanno reso impossibile il riconoscimento scientifico non solo degli outsider, ma perfino degli allievi di maestri appartati e marginali rispetto all'organizzazione disciplinare vincente”. Per giunta l’estetica, branca importantissima per una nazione come l’Italia che di bello vorrebbe e potrebbe campare, è stata accorpata a filosofia del linguaggio, dominata dagli autoreferenziali, sordi seguaci della filosofia analitica americana. Si chiudano gli antifilosofici dipartimenti di filosofia affinché l’amore per la sapienza rifiorisca in libere scuole di filosofia, private, non pagate dalle tasse: come il Liceo di Aristotele.