San Francesco, aiutaci a dissolvere ogni settario aut-aut
Il tuo incontro con Papa Innocenzo III ed è la dimostrazione di come nella Chiesa possano e anzi debbano convivere tutte le sensibilità
San Francesco, c’è un teologo in Puglia ed è un pittore. Si chiama Giovanni Gasparro e oggi nella tua chiesa di Trani inaugura una pala proprio a te dedicata, un quadrone così cattolico da poter sembrare, in questi tempi gnostici e iconoclastici, quasi folle. È il tuo incontro con Papa Innocenzo III ed è la dimostrazione di come nella Chiesa possano e anzi debbano convivere tutte le sensibilità: si può servire Dio andando in giro scalzi così come avvolgendosi in ricche vesti, e nessuno può dire che la sensibilità dell’altro sia sbagliata. La scena è molto più mossa che nel famoso affresco di Giotto. C’è un cardinale costernato, siccome ci furono iniziali incomprensioni. E ci sono i due protagonisti, tu e il Sommo Pontefice, diversissimi nell’aspetto eppure pronti all’abbraccio perché animati dalla medesima fede. San Francesco, la povertà fu per te vocazione personale, non imposizione generale, e sempre amasti la fastosa istituzione. Oggi un pittore in Puglia ricorda che l’et-et è una peculiarità del francescanesimo e dell’intero cristianesimo, oggi ti prego di aiutarci a dissolvere ogni settario aut-aut.