Quest'estate leggete Ceronetti
Che i buddistomani d’Italia, i cultori dell’Occidentali’s Karma, gli ammiratori del Dalai Lama e di Fausto Taiten Guareschi quest’estate leggano “Qohélet. Versioni e commenti dell’Ecclesiaste”
Che i buddistomani d’Italia, i cultori dell’Occidentali’s Karma, gli ammiratori del Dalai Lama e di Fausto Taiten Guareschi quest’estate leggano “Qohélet. Versioni e commenti dell’Ecclesiaste” di Guido Ceronetti. E’ un libro Adelphi pubblicato sedici anni fa eppure sul mio comodino di presentista ha scavalcato parecchi libri usciti da poche settimane: siccome non c’è niente di nuovo sotto il sole, tantomeno sopra i banchi delle librerie, nulla è più attuale dell’Ecclesiaste. “Havel havalim è risposta a tutto, uccide tutte le brame. Sulle sue ali, sei all’entrata di Nirvana”. Ci voleva l’acattolico Ceronetti per mostrare intera la potenza dell’omnia vanitas che supera tutti gli orientalismi, che smantella il kitsch e il trash dei vari esotismi religiosi. “Disperato senza essere triste”, Qohélet “estingue un buon numero di affanni superflui”. Senza rendersi ridicoli con gli Om e i gong, senza apostatare, rimanendo perfettamente canonici. Senza perdere tempo e denaro in corsi e soggiorni, senza faticare su testi prolissi (il tonto, inefficiente nichilismo buddista per dire che tutto è niente abbisogna di montagne di carta). Tutto è vanità, ma solo l’Ecclesiaste è sintesi, precisione, liberazione immediata e disintermediata.