Cercasi influencer per fare pubblicità alla Chiesa cattolica
Non spero nella Biasi né nella Ferragni. Spero in qualcuno che non conosco per una campagna di rilancio del confessionale
Influencer cattolico cercasi. Sono talmente tanti i blogger e gli youtuber e gli instagrammer che anche solo grazie alla statistica almeno un amico di Gesù fra di loro dovrebbe esserci. Non spero nelle Chiare, tutte almeno all’apparenza del tutto pagane, dalla Biasi che ha più di trenta tatuaggi e vive con un calciatore alla Ferragni che pure lei è tatuata e vive con un rapper. Spero in qualcuno che non conosco (“Un imprevisto è la sola speranza” come scrive Montale) per una campagna di rilancio del confessionale. Ci ho pensato sfogliando il catalogo della mostra di Michael Kenna sui confessionali della diocesi di Reggio Emilia (compreso quello della basilica della Ghiara dove sono andato a messa per anni). Foto bellissime e malinconiche, per la sensazione di abbandono. Non sono affollati i confessionali: e per la complessiva crisi della confessione e per la specifica crisi dell’arredo promosso da San Carlo Borromeo quasi cinque secoli fa. C’è una foto del 2014 di Papa Francesco che si confessa in San Pietro ma dubito abbia colpito i giovani. Servono gli influencer. Che gli angeli suggeriscano a due o tre di questi esibizionisti di inginocchiarsi davanti a una grata e di farsi fotografare in tale gesto. Scoprano e divulghino l’esibizionismo dell’umiltà: innumerevoli grazie ne discenderanno.