Vissani è il mio Churchill privato
Lo chef, come il grande statista inglese, si rifiuta di pronunciare i nomi stranieri secondo la pronuncia straniera
Vissani è il mio Churchill privato. Il grande statista inglese si rifiutava sistematicamente di pronunciare i nomi stranieri secondo la pronuncia straniera: “Ognuno ha diritto di pronunciare i nomi stranieri come preferisce”. L’altro giorno ho incontrato il grande cuoco italiano, per caso, all’autogrill Mascherone Ovest, e ha cominciato a parlarmi dei suoi scontri televisivi con “un ricciolino che cita sempre Hugel”. Il ricciolino, l’ho capito dopo un po’, era Diego Fusaro. Mentre Hugel era abbastanza ovviamente Hegel. A parte che pronunciare male il nome di un autore che scriveva male è pura nemesi, sono rimasto estasiato dalla totale mancanza di complessi di Gianfrancone. Chissà quanti laureati lo hanno deriso, chissà quante donne saccenti lo hanno ripreso: “Si dice H-e-g-e-l”. Lui continua a fregarsene e a portare in giro il suo churchilliano corpaccione e la sua churchilliana indipendenza. Possa anch’io trovare la forza di chiamare Hugel il prolisso statalista nato a Stoccarda nel 1770.