Per fermare i camion dei terroristi, le archistar italiane propongono un catalogo di barzellette
Invece delle barriere di cemento, vorrebbe mettere orti, vasi, ditoni e cornetti. Immaginarsi di battere un nichilismo con un altro nichilismo
Ai terroristi, i vip dell’arte e dell’architettura italiana oppongono un catalogo di barzellette. Invece delle barriere di cemento, nelle vie cruciali Michelangelo Pistoletto vorrebbe mettere orti rialzati e Stefano Boeri grossi vasi contenenti querce. Forse adesso vivono su Marte e si sono dimenticati che gli italiani sono allergici alla manutenzione, all’attenzione, alla cura, e che vasi e cassoni si riempirebbero presto di rifiuti, svuotandosi di verde. Mi dovrebbero poi spiegare (questo me lo dovrebbero spiegare anche i fautori delle New Jersey) com’è possibile sigillare le città senza che asfissino, come pensano di impedire il passaggio ai furgoni delle stragi consentendo invece il passaggio dei furgoni delle consegne (e dei taxi, delle ambulanze, dei mezzi delle forze dell’ordine…). Mimmo Paladino supera tutti proponendo barriere formate da corni portafortuna a Napoli, idea per la quale bastava De Magistris, e da diti medi a Milano, serializzazione del disperante ditone piazzato da Maurizio Cattelan in Piazza Borsa. Immaginarsi di battere un nichilismo con un altro nichilismo: quando l’ho letto non sapevo se ridere, se piangere, se ammirare il primo tentativo di omeopatia duchampiana. Tornassero nelle loro Biennali, i vip dell’arte: lì possono continuare a giocare ma senza conseguenze.