Prendere le tasse di altri per darle ai poveri non è francescano
San Francesco, apre oggi ad Assisi un convegno di ipocredenti e miscredenti che sfruttano il tuo nome per farsi belli ossia mostrarsi buoni. Mi preoccupa in particolare Andrea Riccardi
San Francesco, apre oggi ad Assisi un convegno di ipocredenti e miscredenti che sfruttano il tuo nome per farsi belli ossia mostrarsi buoni. Fra i relatori del parassitario “Cortile di Francesco” mi preoccupa in particolare Andrea Riccardi, immigrazionista e coerentemente sincretista (“C’è bisogno di una unificazione spirituale” ha dichiarato qualche giorno fa): ogni volta che parla mi sento il portafoglio più leggero. Riccardi da ogni possibile pulpito continua a dire che gli italiani non fanno abbastanza per l’Africa e che lo stato (noi contribuenti) dovrebbe mandare ancora più soldi laggiù. San Francesco, proprio ieri, rileggendo le vite dei Santi narrate da Iacopo da Varagine, mi sono imbattuto in un episodio che casca a fagiuolo. Durante un viaggio tu e un tuo frate trovaste per strada “una grande borsa tutta gonfia di denari”. Il frate voleva prenderla per distribuirne il contenuto ai poveri ma tu glielo impedisti: “Figlio mio, non si possono prendere le cose d’altri”. San Francesco, ti prego di far sapere a Riccardi che prendere le tasse d’altri, finanche per darle ai poveri, non è francescano.