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LaPresse/Stefano Porta
Ma i libri li legge ancora qualcuno? Sì, i veneti
Una libreria piena di clienti. Di entrambi i sessi e di ogni età. Alle casse c’è la fila, perfino alla cassa dedicata alla cartoleria: se è un sogno, che nessuno osi svegliarmi
Ma i libri li legge ancora qualcuno? Sì, i veneti. Sono a Bassano, quintessenza del Veneto, ed entro alla Libreria Palazzo Roberti credendo di trovare un museo, una libreria bellissima (“Le lieu est magnifique et les gens sont charmants!” ha scritto Amélie Nothomb) e inutilissima (tanto oggi c'è internet). Ho in mente i luoghi del libro del resto d’Italia, le desolate librerie emiliane, le deserte biblioteche pugliesi… E invece trovo un esercizio commerciale pieno di clienti. Di entrambi i sessi e di ogni età. Davanti agli scaffali di ogni settore, distribuiti su ogni piano del settecentesco edificio. E io che volevo smettere di scrivere, che pensavo di puntare su Instagram perché convinto dell’estinzione del lettore. Alle casse c’è la fila, perfino alla cassa dedicata alla cartoleria: i veneti comprano le penne, le matite come ai tempi di Cibotto e di Zanzotto, di Parise e di Piovene. Se il Veneto è un sogno, che nessuno osi svegliarmi.