Cognetti sta snaturando la montagna
“Con i soldi del premio Strega ho comprato una stalla”, ha detto lo scrittore. Peccato che voglia farci "un centro di incontri e portare in montagna l’esperienza di socialità che ho avuto a Milano dove ho gestito un circolo culturale”
“Con i soldi del premio Strega ho comprato una stalla”, dice Paolo Cognetti nel titolo del Giornale. Fantastico, penso, uno scrittore che restituisce le sue braccia, se non all’agricoltura, all’allevamento. Che poi notoriamente Cognetti abita in montagna, ambiente problematico che abbisogna di nuove attività produttive per contrastare il declino, lo spopolamento. I suoi libri non li ho letti, mi dico, ma i suoi formaggi li assaggerò volentieri. E invece no, niente formaggi: “Vorrei farne un centro di incontri e portare in montagna l’esperienza di socialità che ho avuto a Milano dove ho gestito un circolo culturale”. Dove un tempo c’era una stalla ci sarà dunque un salotto. Magari una scuola di scrittura. Cognetti è molto ovviamente un ambientalista ma, come un qualsiasi turista, sta snaturando un territorio. La mia preghiera è che le stalle non vengano sottratte alle inquiline legittime, le vacche.