Lunga vita a Giuseppe Cruciani, edonista antivegano
Intitolando “I Fasciovegani” il suo libro contro i proibizionisti della salsiccia il conduttore radiofonico la butta in politica
Giuseppe Cruciani la butta in politica, intitolando “I Fasciovegani” il suo libro (La Nave di Teseo) contro i proibizionisti della salsiccia. Io preferisco buttarla in religione (veganesimo come anticristianesimo) anche perché i fascisti hanno già tante colpe, inutile affibbiargliene di non loro. Detto questo, avercene di amici della libertà come il fastidioso conduttore della Zanzara. Siccome mi guardo bene dall’ascoltare la sua trasmissione, è grazie al libro che scopro gesta quali la rumorosa masticazione di un coniglio alle olive davanti al microfono di Radio24. Non lo seguo nemmeno sui social e soltanto ora vengo a sapere che la scorsa Pasqua ha lodevolmente postato tre testine di agnello. Io mi batto contro i vegani perché me lo dice San Paolo (Prima lettera a Timoteo 4,1-4), quindi per virtù, mentre lui lo fa perché glielo dicono le sue papille, quindi per vizio. Ex malo bonum, diceva Sant’Agostino. Dunque lunga vita a Giuseppe Cruciani la cui edonistica, ultramaterialistica esistenza ci ricorda la potenza di Dio, capace di scrivere dritto su righe così storte.